venerdì 30 novembre 2012

fratellanza

Qualche giorno fa sono andata a prendere Matteo all'asilo insieme al piccolo. Come sempre accade quando lo porto con me, chi ci apre la porta lo invita ad accompagnarlo per andare a chiamare il fratello, ma in genere Pietro è piuttosto scettico: inizia ad avventurarsi all'interno e dopo qualche passo torna indietro non troppo convinto della distanza che ci separa e del dedalo di stanze e corridoi da attraversare. Ma questa volta è andata diversamente: forse perché il fratello era in giardino all'aria aperta quindi uno spazio più invitante e controllabile, dopo qualche iniziale resistenza Pietro si è convinto. La signora lo ha lasciato andare da solo indicandogli dove fosse il fratello e lui si è incamminato. Ha attraversato la porta a vetri, superato da solo tre grossi gradini di pietra (che io avevo le palpitazioni perché non c'era corrimano!), sempre guardando avanti verso il cerchio di bambini seduti che seguivano un piccolo spettacolo. Io, la signora e un'altra mamma lo osservavamo da lontano stupite da tanta determinazione per un bimbo di 1 anno e 10 mesi. Ma lui continuava ad avanzare, forse attratto dai colori dei personaggi travestiti, forse dalla cerchia dei bimbi attenti a guardare seduti sotto gli alberi. Quando è finalmente arrivato, con la sua mini e instabile falcata, ha avuto un attimo di esitazione: non sapeva cosa fare. Una maestra lì ha avvisato Matteo, che ha attraversato il palco ed è andato a prendere il fratellino: lo ha preso per mano e lo ha accompagnato sulla sua sediolina, se l'è messo in mezzo alle sue gambe tenendogli le mani e insieme hanno finito di seguire lo spettacolo. Dopo poco lo spettacolo è finito e li ho visti tornare mano nella mano. Pietro all'ultimo gradino è caduto (per fortuna non al primo!) e Matteo è corso dentro a chiamarmi: “mamma, Pietro è caduto!”. “è caduto per le scale?”, gli ho chiesto. “nooo, solo un gradino: io gli tenevo la mano!”
Mi si è veramente scaldato il cuore guardando i pochi minuti di tutta questa scena. Non solo per la tenerezza infinita, la dolcezza e la solidarietà che sanno esprimere due esseri così piccoli (3 anni e 10 mesi, Matteo....sono nati quasi lo stesso giorno!), ma anche per il significato che ha direttamente per me. Mi sono impegnata molto affinché l'iniziale, normale e terribile gelosia del primo non pregiudicasse il loro rapporto. Volevo che si conoscessero nel modo più diretto possibile, senza di noi come costante filtro. Che si “scornassero” pure, ma che vedendosela tra loro fossero costretti a trovare un modo. Ho osservato, riflettuto, penso di poter dire “lavorato” molto, su di me in primis, nel corso di quei mesi lunghi e pesantissimi in cui Matteo era in crisi. Oramai è passato diverso tempo, direi che è già da prima dell'estate che noto un grosso cambiamento nei nostri e nei loro equilibri. Matteo mi sembra essere tornato alla sua serenità, con noi e con Pietro; penso che sia riuscito a farsi una ragione positiva dell'arrivo del fratello, che ne sia contento in qualche modo. Ultimamente ho potuto osservare molte situazioni che mi hanno comprovato l'assenza di un conflitto profondo (qualche conflittuccio si, ma sono bambini, che giocano e litigano), cosa che in realtà noto in molte coppie di fratelli e che mi terrorizzava. Ma questa è stata la più forte. Forse perchè erano da soli e quindi non condizionati dalla mia presenza, soli nel loro tenersi per mano, nel loro percorso per tornare indietro: solo loro a doversi relazionare fra di loro, con il loro modo. E hanno scelto questo. Bello, no?

mercoledì 28 novembre 2012

un'idea per natale

leggevo sul blog di mamma190 un'idea che vorrei perseguire e che suggerisco anche a voi: a natale facciamo i regali comprandoli da piccoli artigiani (se non siamo capaci di realizzarli da noi...ma so che molte di coloro a cui sto parlando sono capacissime!), in modo da aiutare davvero l'economia senza gonfiare oltre misura le tasche delle multinazionali che con natale ci sguazzano! come al solito si tratterebbe di un piccolo gesto, e come al solito non bastano poche persone a cambiare le cose...ma se tutti ci facessimo condizionare da questo niente mai potrebbe cambiare, no?
io ho già adocchiato nella mia città, e persino vicino casa mia, la bottega di un signore che lavora il cuoio, quella di un ragazzo che fabbrica monili in metallo, un negozio di commercio equo e solidale, una ragazza che produce sapone e una signora che lavora la ceramica....insomma a pensarci si possono davvero fare dei bei regali "fatti in casa"!
so che parlo con persone già attive su un livello meno individualistico e più collettivo....mi sembra bello poter fare qualcosa di concreto per cambiare le cose...e il passaparola è una di queste.

sabato 24 novembre 2012

la relatività delle cose

"Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose"
(Antoine de Saint Exupéry)

mercoledì 21 novembre 2012

dopo la carta, la lana...

un'altro materiale che mi piace tantissimo e che solletica la mia fantasia è la lana!
quando ero più piccola (o forse sarebbe più giusto dire piccola e basta...) mi divertivo a fare sciarpette con i ferri e fiorellini all'uncinetto, e i filati mi sono rimasti dentro, con la loro matericità delicata, i loro colori caldi e, come x tutti i materiali che mi attraggono, la moltitudine di possibilità per usarli, canoniche e non. nel tempo (leeeento, di una mamma che fa molto poco x sè - almeno io) sto sperimentando varie possibilità, ma adesso vi voglio mostrare questa selezione di collane che trovo una più bella dell'altra e anche piuttosto semplici come spunto d'ispirazione.... sarebbe bello farci dei regali di natale....ma, non so voi come facciate, io ho molta difficoltà a ritagliarmi tempo...















tra l'altro, una cosa positiva delle collane di lana è che ti fanno anche un pò da sciarpetta... così se ti vuoi mettere una maglietta un pò più scollata non ti viene quel freddino alla base del collo....!
purtroppo la provenienza di queste immagini è andata persa, avendole archiviate nel tempo. posso solo dirvi che alcune sono di Ylleanna in vendita su DaWanda.

venerdì 16 novembre 2012

la cosa più dolce dei bambini

la cosa più dolce dei bambini è quando ti vedono stanca, o nervosa, non del solito umore. mi capita certe volte, come credo a tutti, un pensiero che non mi lascia e mi rabbuia, e non ho voglia di passare oltre o di distrarmi.
sono silenziosa. sto seduta mentre il grande con una salvietta umidificata già usata per pulirsi le mani dalla marmellata decide di "pulire" il tavolo. mi guarda con un grande sorriso e mi dice: "mamma, io lo sto facendo per farti essere felice!". e allora di nuovo ho voglia di sorridere! gli stringo la faccia tra le mani, lo bacio e gli dico: "grazie. ma tu già mi fai essere felice".
e ti accorgi di come tutto è così relativo....

lunedì 12 novembre 2012

360° creazioni artigianali

tra le cose che mi piacciono ci sono gli oggetti fatti a mano, il buon vecchio artigianato insomma. e in special modo mi piace vedere come materiali normalmente utilizzati per uno scopo vengano ripensati e reinterpretati con una nuova anima. per questo voglio farvi conoscere le opere di una ragazza napoletana, ilaria ciancio, che usa soprattutto la carta ma anche altro materiale di recupero, per creare gioielli e oggetti.










venerdì 9 novembre 2012

"Invece il cento c’è"

Il bambino
è fatto di cento.

Il bambino ha
cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare

cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire

cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.

Il bambino ha
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.

Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.

Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c’è
e di cento
gliene rubano novantanove.

Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l’immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.

Gli dicono insomma
che il cento non c’è.
Il bambino dice:
invece il cento c’è.

(Loris Malaguzzi - pedagogista)

mercoledì 7 novembre 2012