lunedì 29 settembre 2014

prima elementare: che mamma sono?

venerdi mattina matteo, che da due settimane ha iniziato la prima elementare, correva per casa piangendo e gridando che lui non voleva andare a scuola. 
in verità quella mattina mi aspettavo qualche capriccio, perchè la notte si era svegliato e aveva dormito male e così ho affrontato la cosa come un normale capriccio da stanchezza, un pò appesantito dal fatto che comunque l'inizio di questa benedetta prima non è proprio liscio come l'olio! ma l'epilogo non è stato quello prevedibile: alla fine ho dovuto lasciare che non andasse a scuola, perchè per portarlo avrei soltanto dovuto trascinarlo con la forza.
non mi era mai successo di avere a che fare così con matteo: è un bambino che alla fine si lascia sempre convincere, perchè si fida e ti segue anche se proprio quella cosa non gli va giù. ma venerdi no: sembrava impazzito, e mi si stringeva il cuore in verità anche mentre mi arrabbiavo con lui per cercare di impormi.

è vero che ogni momento di passaggio, ogni cambiamento, è destabilizzante. 
per i bambini, poi, è come un salto nel vuoto al quale si accingono solo armati della fiducia che gli abbiamo trasmesso. ma tutto ciò non mi aveva mai dato pensiero: ero fiduciosa del fatto che matteo avesse acquisito sufficiente autonomia e sicurezza per affrontare questa nuova prova. 
alla materna che frequentava ero tra le poche mamme che non si preoccupava del fatto che il programma di prescolastica (ovvero una prima presa di confidenza con lettere e numeri) non fosse alla base del progetto dell'ultimo anno, nè mi preoccupavo troppo che i nostri figli fossero abituati a scorrazzare liberi per ore (a parte i momenti di attività laboratoriali) mentre in prima elementare gli sarebbe stato richiesto di restare seduti e concentrati per molto tempo. avevo Fiducia: nella scuola materna dove stava, in lui, nelle insegnanti che lo avrebbero accolto in prima, in me. 
mi è sempre piaciuto avere fiducia, credere nelle risorse delle persone e nella loro buona volontà. non mi è mai piaciuto invece essere apprensiva, preoccuparmi prima che le cose accadano, avere come primo pensiero nella testa quello peggiore.
ma adesso che la prima elementare è iniziata e vedo matteo turbato, stanco, fragile, preoccupato di non saper svolgere i compiti, e soprattutto che mi racconta che ogni giorno in classe piange, anche per parecchio tempo, perchè la maestra grida e lui non riesce a concentrarsi, o perchè ha mal di pancia o perchè quando scrive la S gli viene da pensare a me e gli manco ... penso che c'è qualcosa che non va, che devo intervenire, aiutarlo in qualche modo. e adesso vivo un momento di grossa apprensione. 
si potrebbe desumere da quello che ho appena raccontato, che sia normale: che io voglia semplicemente aiutare mio figlio a stare meglio, e questo è senz'altro vero. ma mi scopro a nutrire un certo astio nei confronti di questa maestra, che pure passa per essere un'ottima insegnante, proprio come se io stessa fossi una bambina arrabbiata. 
mi chiedo come si possa credere che urlare e intimorire dei bambini possa dare frutti positivi, mi chiedo perchè caricarli tanto con il lavoro a casa (poche cose all'apparenza, ma per loro già solo scrivere due pagine di lettere è una grande fatica), loro che dovrebbero passare secondo me in modo graduale e morbido da un mondo di solo gioco ad uno di responsabilità. e come ritenere giusto non consentirgli, nell'arco delle cinque ore trascorse in classe, nemmeno un quarto d'ora per alzarsi durante la merenda? comincio a sentirmi una mamma apprensiva perchè sono incapace di leggere la realtà dei fatti con lucidità: io sento solo la parte di mio figlio e di qualche amico, ma quanto ci si può affidare alle parole di un 5enne? quanto il loro riportare fatti è condizionato da un, normale, turbamento iniziale? quanto di quello che sta vivendo è grave e ingiusto e quanto invece un passaggio in qualche modo obbligato?
ma così come ritengo ingiuste tutte queste cose, riterrei altrettanto ingiusto, sbagliato, prendere le parti di mio figlio come se fosse la vittima di un orco (o meglio di un'orchessa!), senza valutare a fondo e il più freddamente possibile la situazione. 

ho riletto da poco un brano delle "piccole virtù" di natalia ginzburg sull'educazione dei figli (dove tra l'altro c'erano anche delle considerazioni interessanti sul rapporto del bambino col denaro...ma di questo parleremo un'altra volta!). mi ritrovo in parecchi dei suoi pensieri, e soprattutto su uno: l'idea che mi ero fatta di come avrebbe dovuto essere il trio "matteo-me-i compiti", cioè che ruolo avrei dovuto svolgere con lui rispetto a questa sua nuova responsabilità. e l'ho sempre pensata un pò come lei, che sostiene che fin da subito il bambino dovrebbe interpretare il suo impegno con la scuola un campo solo suo, in cui noi genitori gli siamo di affiancamento. ho sempre pensato che i compiti avrebbe dovuto farli da solo e non con me seduta a fianco, e che mai lo avrei condotto a pensare, neanche nei momenti di difficoltà, che la maestra fosse stata ingiusta (pur magari pensandolo), perchè ritengo che la fiducia di un bambino nel proprio insegnante sia fondamentale affinché possa imparare e crescere serenamente. quella deve essere l'ultima spiaggia. ed ero pronta a tenermi anche qualche sgridata fuori luogo o a fare, di fronte a lui, buon viso a cattivo gioco, pur rodendomi dentro per "quell'imbecille che non l'ha capito". insomma, mi volevo fidare!
adesso mi ritrovo invece anche a consigliargli, quando è troppo stanco di stare seduto, di chiedere alla maestra di andare in bagno per potersi sgranchire un pò. e se lui mi risponde: "mamma, ma la maestra ha detto che non si va in bagno per andare a passeggio", io candidamente gli rispondo: "ma tu non vai a passeggio, tu vai in bagno e vedi se ti esce la pipì, se non esce pazienza!"

so che questo è un momento transitorio, che più passerà il tempo più questa situazione si chiarirà, in un verso o in un altro. quello che vorrei però, è non proteggerlo oltremodo, vorrei riuscire a calibrare il mio istinto di "primo soccorso" con una ragionevolezza e un distacco utili a lui per guardare con sicurezza la situazione. perchè penso che accarezzargli la testa e dirgli "povero bambino" non gli porterà bene ma lo renderà ancora più insicuro, sicuro solo del fatto di potersi nascondere tra le mie braccia e non affrontare la situazione.

mi ricordo che quando iniziò la materna visse un momento simile, di grande rifiuto, e la maestra di allora di confortò dicendomi che quello di matteo era in fondo un atteggiamento positivo perchè buttare tutto fuori subito e senza filtri o inibizioni lo avrebbe portato a superare la situazione nuova in maniera duratura, trovando davvero il suo modo per viverla.
io spero che oggi sia ancora così.

venerdì 12 settembre 2014

notizie da un mondo in movimento



eccomi di nuovo qua dopo quasi tre mesi. alla fine qualcosa è riuscita a muoversi nonostante gli inizi da salto ad ostacoli! sono riuscita ad "abitare" il nostro studio, piccolo e con una bella atmosfera di propositi e di voglia. poi, piovuto dal cielo perchè non me lo aspettavo così presto, ho preso un lavoro: la ristrutturazione di un appartamento i cui proprietari sono aperti alle proposte, cosa non da poco. poi ancora siamo riusciti a partire per le tanto desiderate vacanze, in puglia in un mare bellissimo. 
e adesso siamo qui che aspettiamo che comincino le scuole. matteo andrà in prima elementare (e l'avvicinarsi della data ha comportato una ripresa della pipì a letto che nemmeno il mago ha saputo arginare, più qualche attacco di "mammite"), mentre pietro continuerà la materna ma in un'altra scuola dove potrà stare con bambini più vicini alla sua età. 

è proprio vero che ogni cosa ha il suo tempo. fino all'anno scorso, con pietro ancora semi-parlante e pseudo-camminante, il mio desiderio di ricominciare a lavorare era ancora pieno di conflitti. mi barcamenavo in organizzazioni casalinghe, alimentari e ludiche con tutta l'energia che avevo perchè sentivo che il mio posto, la mia mente, dovevano essere dedicati a lui, a loro. adesso ha 3 anni e mezzo e sento proprio fisicamente che il cordone ombelicale si sta allentando (c'ho messo un pò? lo so: sono lenta in tutto!) e che c'è spazio anche per altro. lo cercherò, anche per questo blog.