giovedì 31 gennaio 2013

le impronte dei bambini - 3/52 - l'immancabile frigo!

il frigorifero non poteva mancare!
credo che in tutte le case con bambini, il frigo diventi il posto per magneti e disegni, foto e promemoria...quasi tutti dedicati a loro!


sul nostro ci sono: 3 foto di matteo da piccolo piccolo, 1 foto di noi 4, 2 disegni raffiguranti uno mamma e l'altro papà, il disegno di un mini aereo, il promemoria degli spettacoli che matteo andrà a vedere a teatro durante l'anno e il menù trisettimanale della scuola.
il resto (poco) sono banali dati di servizio!

domenica 27 gennaio 2013

buon compleanno matteo!

oggi è il compleanno del mio bimbo più grande, ha compiuto 4 anni.
niente festa con gli amichetti, ha l'influenza come ogni 27 gennaio di questi 4 anni!! quindi solo un pomeriggio con nonni e zii per spegnere le candeline.
mi ricordo il 27 gennaio di 4 anni fa. mi ricordo la pioggia torrenziale, che sentivo cadere e che vedevo dalla finestra della stanza della clinica. mi ricordo l'inizio delle contrazioni "serie", alle 2 di notte e poi alle 4 in clinica. mi ricordo le successive 10 ore a cercare di farlo nascere naturalmente ma non riuscivo ad avere una dilatazione sufficiente (poi si è scoperto a causa di una caduta sull'osso sacro di diversi anni fa che impediva al bacino di allargarsi). mi ricordo quando l'ho visto il primo momento e ho pensato: è proprio come lo immaginavo! e poi appena me l'hanno messo vicino, che l'ho baciato e gli ho sfiorato la punta del naso.
e stasera, mentre gli leggevo la favola della buonanotte, mi stringeva la mano. e quando gli ho fatto notare che conoscevamo solo il nome della sorella cattiva di cui parlava la storia, lui ha detto: forse quella buona si chiamava serena!

non ci sono mai abbastanza parole per descrivere quello che si sente con i propri figli, sono un mondo meraviglioso che si apre improvvisamente anche per te!

giovedì 24 gennaio 2013

le impronte dei bambini - 2/52



c'erano una volta due omini che si rincorrevano.
uno verde e uno rosso. quello verde si impegnava molto ma non riusciva mai a raggiungere quello rosso, che quindi era molto felice perché vinceva sempre!

questi due omini si rincorrono in verità da molti anni, da quando io ero piccola. 
qualche mese fa mia madre li ha portati qui, e da allora si rincorrono nel nostro ingresso, appesi alla ringhiera del soppalco. 
all'inizio, dopo averli appesi da qualche giorno, mi era venuto d'istinto toglierli, perché - appunto - stavano nell'ingresso! ma poi ho visto che ogni tanto qualcuno ci passava davanti e si fermava, e faceva ripartire l'inseguimento tirando le cordicelle. i bimbi stessi, qualche loro amichetto, ma anche qualche "grande"!!
e così adesso fanno degnamente parte dell'arredamento....!

ps: a ben guardare vedo un'altra impronta! i libri sul primo scaffale della libreria sono uniformemente girati!

venerdì 18 gennaio 2013

anch'io un progetto fotografico!


l'idea mi è venuta da questo progetto di miss suisse
avrei voluto condividerlo a pieno, cioè proponendovi uno scatto di ogni nostra domenica, ma già alla prima mi sono accorta che non sarei riuscita ad essere così costante! faccio foto continuamente, ma tra cose varie il giorno specifico può pure saltare. e così ho pensato di adattare l'idea più su di me mantenendo il principio di un'immagine a settimana proposto da lei.


il progetto l'ho chiamato "le impronte dei bambini - tracce della loro vita con noi". 
fa pensare ai bambini un pò come a degli alieni....e in effetti l'idea è anche questa! quando arrivano i bambini in una casa, la casa improvvisamente si trasforma. quando sono molto piccoli ci sono ciucciotti e palline incastrate tra i cuscini del divano, sdraiette e carrozzini che occludono i passaggi, biberon sparpagliati per le stanze, e poi bavette, asciugamanini e copertine un pò ovunque. poi pian piano crescono, e le loro "impronte" cambiano, ma quando entri in una casa in cui abita almeno un bambino penso che sia impossibile non accorgersene! e non è, secondo me, una questione di ordine o disordine. certo, una parte delle loro tracce è sicuramente legata al fatto che gli è totalmente sconosciuto il concetto di "ogni cosa ha un posto", infatti io continuo a trovare aerei e macchinine in posti assurdi, ma le loro impronte non sono solo "nostro malgrado"! almeno nel mio caso, mi accorgo che provo piacere a lasciare che la casa si trasformi con loro, che assomigli a loro non soltanto la stanza in cui dormono e giocano (in prevalenza, anche se poi tutta la casa è loro dominio!). è di questo che vorrei "parlare" con le mie fotografie, degli accostamenti impensabili (come un barbapapà nel subwoofer dello stereo o un mostro nel tuo letto dove il piccolo aveva fatto un pisolino) e delle scelte consapevoli, di quelle in cui noi siamo anche soggetti attivi. di come in fin dei conti li accogliamo e accogliamo il loro modo di interpretare il mondo.
spero vi diverta! io mi divertirò sicuramente a portarlo avanti, perchè è una cosa a cui spesso faccio caso e mi fa sorridere.
se vi va di mostrarmi anche le impronte che segnano le vostre case sarebbe ancora più divertente!


questo dinosauro, debitamente sistemato sullo specchio del bagno, era un dinosauro che rischiava di perdersi: questa era la preoccupazione di matteo. 
mi aveva chiesto di disegnarlo, con tanto di consultazione di libri, proprio quello, con "le punte sopra", una volta che dovevo fargli delle toppe per un pantalone. mi sembrava carina l'idea di mettere degli animali (che magari si guardano, come poi ho fatto), ma alla fine il dinosauro con le punte su un pezzetto di stoffa minuscolo era molto difficile da ritagliare in modo pulito e cucire altrettanto bene, rischiava di venire "uno sturcio", come avrebbe detto mia nonna, ossia una schifezza, una cosa deforme! e così il disegno è rimasto inutilizzato, e vagante per la casa per un pò di tempo. finchè un giorno matteo è venuto da me e mi ha detto: "mammaaa, guarda cosa ho trovato! te lo ricordi?!!" (erano passate al massimo un paio di settimane, forse tre.....). "così non lo vediamo mai, lo  metto sul frigo?"
ha provato a mettercelo, ma ogni calamita che staccava si portava appresso un sacco di foglietti e bigliettini. e così abbiamo deputato un altro luogo idoneo a raccogliere "le cose importanti"! chiaramente di metterlo in camera sua non ci ho neanche pensato (ma anche lì affiggono), perchè avendomi proposto il frigo era chiaro che desiderasse un luogo "pubblico"!

sabato 12 gennaio 2013

enzo mari, a proposito di bambini

la mela e la pera di enzo mari

non so quante di voi conoscono questo grandissimo designer degli anni sessanta/settanta. probabilmente per l'epoca in cui visse fu anche, e forse soprattutto, uno dei più grandi teorici del design, a proposito del ruolo cui questo dovrebbe assolvere. 
la mela e la pera qui sopra sono probabilmente i suoi prodotti più noti anche per chi non si interessa dell'argomento, "immagini artistiche fondate sul concetto della serialità" (cit. del sito Danese, azienda produttrice).

è da un pò di giorni che mi gira per la testa una pagina dell'ultimo libro di mari, e che, guarda caso, è anche l'ultimo che io abbia letto con una certa dignità (leggi "costanza") prima che la mammità prendesse il sopravvento sulla mia vita. si chiama "25 modi per piantare un chiodo", ed è edito da mondadori.
era una pagina sui bambini, in un capitolo intitolato a loro: "il premio nobel a ogni bambino che compie due anni". non sto qui a dilungarmi sui motivi per cui mari darebbe un premio nobel ad ogni duenne, anche se è un argomento interessante ma ci vorrebbe un post a parte! quello che però vorrei riportarvi è proprio il testo di quella singola pagina, in cui parla di giochi, dell'infanzia e del suo contributo a questi temi attraverso alcuni giochi per bambini da lui progettati, ed in particolare uno, il gioco delle favole, che ideò per i suoi figli. (prodotto da Corraini)


enzo mari : il gioco delle favole (1)


enzo mari : il gioco delle favole (2)


non ci crederete, ma questa pagina mi ha fatto pensare a voi, a tutte voi che usate la vostra immaginazione per divertire/far giocare/educare i vostri figli, con intelligenza ed empatia. non penso ad oggetti in particolare, ma a quel sentimento comune che mi sembra traspaia indistintamente in ogni gioco inventato, quello che nasce dall'osservazione del loro mondo e della ricerca di qualcosa che sappia suggestionarli e incuriosirli.

ecco la pagina:

I giochi migliori mi sembrano quelli che sviluppano la capacità di ogni bambino di produrre intelligenza. Da solo. Incominciamo dalle favole: ai miei figli racconto I tre porcellini, o Cappuccetto Rosso, modificando la voce, gesticolando; sono felici, soprattutto di sentirsele ripetere. Poi incomincio a introdurre piccole modifiche, trasformando i tre maialetti in tre nasetti. Lo faccio per ampliare il principio che una storia si può interpretare in tanti modi diversi, e perchè mi annoia ripeterla sempre a macchinetta. Studio i libri pubblicati all'epoca: un bambino non entra in una libreria per fare shopping, a farlo sono genitori, amici e parenti, che spesso mirano unicamente alla sontuosità della copertina, per fare colpo sui pargoli. Trovo libri che sono la riduzione semplificata delle favole di Andersen, in realtà molto complesse e inadatte ai più piccini, sintetizzate brutalmente in pochi paragrafi. E per di più illustrate con tavole in demenziale "stile bambinesco". Io penso che, per rispetto nei confronti dell'intelligenza dei piccoli, quei disegni dovrebbero avere la più alta qualità possibile. E'ovvio che un bambino privo di tecnica realizzi schizzi tutti storti e sbilenchi, ma proprio non capisco perchè un illustratore nel pieno possesso delle sue facoltà debba imitarli pensando di renderli così più adatti alla cultura infantile.
M'invento una serie di sei o sette lastrine, con due incisioni laterali molto semplici che, incastrate tra loro, consentano di montare una piccola "quinta" tridimensionale. In tutto, hanno un'altezza di 20 cm e una lunghezza di 50. Vi sono riportati disegni di vari animali, scelti tra i protagonisti delle favole antiche di Fedro ed Esopo, come la rana, la volpe eccetera, e rappresentati con la massima cura. Incastrando liberamente le lastre, si determinano accostamenti ogni volta diversi. Se, per esempio, in un primo momento c'erano rana e bue, poi la coppia diventa rana e pantera, e così via. Come in un susseguirsi di scene teatrali, il cui regista è il bambino, che si diverte a rappresentare storie inventate da sè. E' nato così il gioco delle favole.
(da "25 modi per piantare un chiodo" - mondadori - pag.35)

mari ha creato anche altri giochi per bambini. qui sotto c'è quello magnifico dei sedici animali (prodotto da Danese)

"sedici animali" di enzo mari (1)

"sedici animali" di enzo mari (2)
una specie di puzzle a più soluzioni!


e qui il posto dei giochi. "Un foglio di cartone ondulato lungo tre metri è trasformato da Enzo Mari in una parete merlata “a difesa” di un posto dove giocare: dieci pannelli con forme e decorazioni diverse per liberare la fantasia, inventare storie e personaggi sempre nuovi. 
Una leggera fortificazione da innalzare in pochi istanti in ogni luogo e ogni volta che si vuole, per creare una parentesi di immaginazione all’interno della vita di tutti i giorni. 

Cerchi gialli come il sole, onde azzurre in mezzo al mare, un muro di mattoni rossi... nessuna regola scritta: soltanto la creatività di chi gioca per inventarne ogni volta di nuove. " (cit. del sito Corraini, casa editrice)


"il posto dei giochi" di enzo mari
mi viene in mente un altro designer che si è occupato moltissimo di infanzia, è bruno munari. e magari questo sarà argomento di un altro post!


voi che ne pensate di questo modo di giocare?

lunedì 7 gennaio 2013

primo giorno di asilo, inizia una nuova era!


oggi è stato il primo giorno di asilo di pietro, il mio più piccolo. 
ieri tutti mi dicevano cose del tipo "ti sentirai persa", "la vita cambia perchè significa che non ha più bisogno di stare sempre con te", "come stai? hai già il magone?". ed io, evidentemente madre snaturata e incosciente di me, rispondevo che non vedevo l'ora di sentirmi un pò persa, di avere finalmente qualche ora solo per me dopo 4 anni, di poter sbrigare servizi e faccende per casa senza dovermi contemporaneamente preoccupare di trovare a lui un'occupazione parallela, di potermi godere qualche attimo di silenzio....
e così oggi siamo andati tutti e quattro a scuola. pietro era felicissimo di uscire finalmente la mattina col fratello, in genere io restavo a casa con lui e armando accompagnava matteo a scuola. 
in realtà il sospetto di volermelo godere un pò di più ce l'avevo, infatti l'ho iscritto all'asilo 6 mesi dopo rispetto a quando ha iniziato il fratello, 2 anni fa. perchè col fatto che è il secondo non ho potuto avere tanti momenti da sola con lui e "goderci per bene"!
ho sempre avuto qualche scrupolo rispetto a questo, matteo ha chiesto e chiede tanto, sia semplicemente perchè è un bambino di neanche 4 anni, un pò per via della gelosia di cui vi ho già parlato. e quindi, cercando e ricercando l'equilibrio giusto, pietro ha ricevuto anche molti no e qualche disattenzione di troppo.
la giornata è andata liscia, ma d'altra parte sono ancora nella fase di quella che chiamano "accoglienza" che durerà tutta la settimana e che prevede che io stia con lui e gli altri bimbi a giocare semplicemente, senza sparire! dalla settimana prossima invece inizieremo il vero e proprio "inserimento", quando cioè inizi a sparire ogni tanto fino a lasciarlo.
oggi era felice e distrutto a ritorno. ultimamente è sempre più facile comunicare con lui, ho imparato ad avere la calma per capire cosa lo stizziva e lo rendeva piccioso o irritato, e l'amore che sentiamo ce lo diciamo ogni volta che ci guardiamo.
sono obbiettivamente felice che qualcosa del nostro menage cambi. sono felice di cominciare ad avere di nuovo qualche ora di solitudine, di poter ricominciare a lavorare (anche se non ho ancora capito bene come!). ma devo dire che stasera, pensando che oramai abbiamo imboccato una strada, un pò di magone ce l'ho. va via anche lui. dei due quello ancora cucciolo. con le gambotte morbide. la parlata intuitiva. la risata straripante.

venerdì 4 gennaio 2013

la diversità e la similitudine

un po' perché si cerca il conforto del "conosciuto", un po' perché da giovani si è portati verso la ricerca di se stessi e quindi la scoperta di tutto quello in cui ci possiamo riconoscere, la similitudine credo sia il criterio di scelta più condiviso. da piccoli e da grandi. persone simili a noi, per le scelte di vita o per attitudine. libri simili a quelli che già ci sono piaciuti. ricerca e fantasia nell'intorno di noi stessi. in quello che sappiamo annusare, perché ha un retrogusto noto. eh si, così si cresce. si alimenta il nostro essere, si potenziano le sensazioni che piano piano diventano sentimenti più forti, grazie all'esperienza. e ci si riscalda, dentro le conferme che cerchiamo e che troviamo. si conosce il nuovo, certamente. perché la similitudine non è mai uguaglianza. ed è così che crescono anche i bambini: imparano a costruire la loro identità cercando le cose che già sentono dentro loro stessi, sotto forma di emozioni o qualcosa di ancora più sottile... io amo la similitudine, mi ha sempre riscaldato, confortato e arricchito. ma c'è una differenza tra noi e i bambini, che è utile notare. i bambini cercando loro stessi si tuffano nell'ignoto. ciò che è simile è anche diverso, è il buio dell'inizio della scoperta. della ricerca. senza cardini, senza appigli: tutto è ancora così nuovo che niente può essere univocamente simile e rassicurante. è per questo che i bambini sono continuamente in viaggio, su strade ancora sterrate e animati da grande coraggio, il coraggio necessario a sopravvivere e a nascere. la loro ricerca della similitudine ha poco del conforto che noi adulti cerchiamo in lei, e molto, moltissimo secondo me, del diverso, del dissimile, che spesso ci spaventa. 
il diverso a volte è scomodo, consente poche soste e alcun rifugio, almeno al principio della conoscenza, ma se, fortunatamente, venissimo attratti da qualcosa che non ci assomiglia, diamogli credito e prendiamo coraggio: vorrà dire che siamo diventati sicuri e forti di noi stessi a tal punto da riuscire a trovarci anche alcuni chilometri più lontano, perchè siamo più grandi, più ampi e perchè abbiamo accettato di nuovo l'ignoto, come da bambini. e questo è il loro potere.