lunedì 13 maggio 2013

3 non è il numero perfetto / riflessioni di una mamma con due braccia, una testa e il panico da numero dispari!



quest'inverno si sta chiudendo, e con lui i pomeriggi in casa per troppo vento, troppo freddo, troppa pioggia, troppa tosse... 
gli inverni sono una stagione difficile per i bambini: dura e piena di impossibilità, chi c'aveva mai pensato prima?! che sia per le condizioni atmosferiche o perchè non stanno bene, la gran parte dei giorni invernali vengono trascorsi tra le quattro mura (con una buona dose di stress anche per le mamme!)

quest'inverno è stato inoltre, per noi, un duro banco di prova per il nostro rapporto a tre (mio con i bambini).
in qualunque tipo di relazione, tre è un numero difficile. i rapporti a tre creano necessariamente e in modi alterni degli squilibri. perchè in realtà sono costituiti da innumerevoli e intercambiabili rapporti a due, in cui è la forza del terzo, che per quel momento rimane fuori, a determinare la buona tenuta del trio. questo sarebbe tra adulti.
tra un adulto e due bambini le cose ovviamente cambiano, in modo destabilizzante almeno per me! sono troppo piccoli per non volersi confermare continuamente in una relazione diretta con l'adulto, troppo piccoli per non considerare il loro valore in virtù dell'attenzione che l'adulto gli presta, e anche fratelli con una gelosia ancora aperta e quindi in competizione. di conseguenza la tenuta del trio corrisponde, in buona sostanza, con la tenuta della mamma!

è vero che pietro ha già due anni, quindi questo rapporto a tre vive da un pò, ma da quest'anno ha cambiato completamente forma, forse proprio perchè è adesso che pietro c'è davvero, come personcina con un carattere e una capacità di chiedere. 

quando nacque, ebbi già dei problemi a dividermi tra loro due in modo equilibrato. 
i primi 20 mesi con matteo li avevamo sostanzialmente trascorsi noi due soli, non avevo aiuti e il mio compagno tornava la sera.  furono mesi caratterizzati da quel fortissimo senso di appartenenza tra madre e figlio, quella sensazione che ti invade nelle giornate trascorse insieme da mattina a sera. giornate piuttosto silenziose, in uno strano rapporto a due: non sei solo, ma lo sei. perché certo non puoi metterti a fare discorsi con un bambino di 6 mesi, 1 anno, 1 anno e mezzo. ma non sei in compagnia per come sei abituato. 
non parli molto, qualche ga-ga o prima parola storpiata sono i suoni che più spesso rompono il silenzio. un silenzio invece pieno di sguardi, intenso, pieno di sorrisi, di occhi che parlano. una strana sospensione del tempo, in cui ti senti come nel corpo di due esseri contemporaneamente, una sensazione che si diluisce man mano nelle settimane, nei mesi.
lui non andava ancora all’asilo e io avevo voluto essere una mamma che rimane a casa con lui, che non conoscevo ancora ma che già amavo più di tutto. mi sono catapultata nell’essere mamma senza sapere ancora bene che significasse: sapevo solo che non avrei voluto essere in nessun altro posto, che volevo tutto il meglio per lui, e che il mio corpo era ancora legato al suo. ma non sapevo altro, che il suo pianto mi avrebbe fatto sentire impotente, che i suoi orari serrati mi avrebbero stremato, che avrei avuto così tanto sonno da pensare a volte di non farcela.
ma poi ce l'ho fatta. mi sono "riequilibrata" sul nuovo assetto, nel quale volevo proprio immergermi: non volevo farlo entrare nella mia routine, ma volevo crearne una nuova. avere il tempo completamente a disposizione per conoscerci.
poi matteo ha iniziato a parlottare, a camminare meglio permettendomi di fare qualche passeggiata senza passeggino, ad andare all’asilo; abbiamo iniziato a giocare a giochi a cui potevo partecipare più attivamente anch’io, che non ero più un interprete silenzioso dei suoi desideri. abbiamo iniziato a comunicare in un modo più complesso e in movimento, e tutto si è trasformato ancora, semplificandosi e in un certo modo gratificandomi di più.

poi è arrivato pietro, un altro cambiamento. quel semplicissimo rapporto a due, oramai super - rodato, fatto di equilibri armonici, di intesa e ancora di sguardi e sorrisi, ha dovuto ritararsi. la comunicazione quasi empatica è stata interrotta ed io mi sono sentita di nuovo divisa. questa volta non più tirata tra il mio spazio ed il suo, ma tra il nostro (mio e di matteo) e il nostro (mio e di pietro). facevo fatica a ritrovare un equilibrio. a lasciare matteo nel suo disagio, nella sua confusione, nel suo sentirsi destabilizzato, e a non dare a pietro quell’esclusività che invece avevo vissuto con matteo, ricreare quel tempo silenzioso fatto solo di sguardi. il silenzio era finito. il parlottare diventava man mano chiacchierare (a suo modo ma con estrema determinazione), sono iniziati i capricci anche perché i due anni sono proprio l’età in cui iniziano e poi l’arrivo del fratello certo non aiutava.

mi ricordo una giornata orribile. pietro aveva solo 3 mesi e matteo aveva iniziato un capriccio interminabile perché non voleva cambiarsi il pannolino. di regola, dopo il primo strepito isterico, lo avrei messo giù dal fasciatoio e lo avrei lasciato a calmarsi da solo, senza ulteriori agitazioni: sguardo altrove e tentativo di fare caso il meno possibile alle urla disperanti e disperate. di regola funzionava. ma adesso tutto era cambiato: matteo non aveva mai avuto reazioni così esasperate ed io ero un po’ logorata dal conflitto di cui sopra, e stanca. così, invece di metterlo giù dal fasciatoio ho insistito, finché lui non ha messo tutto se stesso per opporsi, divincolandosi come un anguilla ed io ho perso le staffe e gli ho dato la prima sculacciata. sono stata malissimo, anche nelle ore successive. ho capito il mio limite, l’ho toccato, e ho capito che qualcosa andava rivisto. dovevamo essere in tre: dovevo permetterci di esserlo, senza frustrare più ricerche di rapporti a due e accettando il cambio di rotta. questo poteva aiutare matteo a farsi una ragione del nuovo arrivo, trovando lui stesso un nuovo equilibrio, con un po’ di sofferenza ma necessaria, e dare a me una maggiore serenità per vivermi pietro nella maniera più completa possibile. quella possibile.

questo accadeva 2 anni fa. e oggi mi ci ritrovo ancora una volta. con dinamiche differenti ma lo stesso senso di difficoltà. dividermi: questo è il mio problema.
i bambini sono egocentrici, giustamente. chiedono senza freni e senza inibizioni l'ascolto del loro desiderio. sono tenaci e si riflettono nel genitore come fosse uno specchio. sanno essere molto competitivi senza calibrare il tono e l'insistenza. sono bambini, senza misure e incontenibili. 
sia chiaro, mi piacciono i bambini un pò "tornado", quelli che fanno i bambini insomma, non  contenuti e giustamente in contatto con i loro bisogni, forse perchè io da piccola ero l'opposto e tutti pensavano che fossi "una brava bambina", invece ero solo molto inibita. i bambini non vanno inibiti, vanno educati, ma ogni cosa ha una giusta età. penso spesso alla famosa frase di donald winnicott su "una madre sufficientemente buona", che sappia cioè gratificare e frustrare il proprio figlio nella stessa misura, così da educarlo ma lasciarlo libero di essere se stesso. è un equilibrio difficile da trovare. quando sono due, così vicini eppure così lontani di età, con necessità e capacità diverse, rimanere calma e gestire con la giusta attenzione ogni loro istanza... non ci riesco. so che forse mi chiedo troppo, ma quando vedo uno sguardo vacuo, lontano, un pò malinconico, la chiusura...mi si stringe il cuore, perchè so che è anche il mio andare in panico certe volte a "frustrarli", ma non è quella la giusta frustrazione.
un passo però l'ho fatto. ho cercato di mettere a fuoco quello che più mi manda in tilt. l'ho riconosciuto: è quando mi parlano, anzi mi urlano, tutti e due quello che vogliono, vorrebbero fare, sapere... e ho messo una regola: si parla uno alla volta, senza gridare e avendo pazienza. matteo mi ha detto "mamma, ma come si fa ad aspettare?!". gli ho risposto: "si fa perchè non c'è un altro modo. perchè ho solo due braccia e solo una testa per pensare". 
questo sistema mi aiuta se non altro a non andare in crisi, forse quello che riesco a fare, o che non riesco a fare, resta invariato. ma almeno rimango col sorriso!


21 commenti:

  1. Margherita 4 anni, Camilla 22 mesi... ecco appunto, sembra il riassunto della nostra situazione. Io ho sempre l'impressione di non riuscire a fa re nulla per nessuna delle due, mi continuo a dividere ed è frustrante non riuscire a da re il 100% ad entrambe in momenti magari diversi. A me "quello" sculaccione è partito la settimana prima di partorire e avevo capito che qualcosa era già cambiato anche con la sola gravidanza. Sono sempre stanca e poco entusiasta... boh... solo il tempo ci dirà cosa abbiamo fatto di buono e cosa no! Nel frattempo consoliamoci tra noi!

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    1. è vero che è una grande "consolazione" parlarne e condividere, quando ho scritto il post mi sentivo una mosca bianca!
      capisco cosa dici quando scrivi che ti senti stanca e poco entusiasta...sono momenti clou che ho vissuto anch'io, ma trova un modo per ricaricarti. per loro il nostro sorriso e il nostro benessere sono fondamentali!

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  2. Il piccolo 31 mesi, lei un anno... tutto come dici tu, tanta stanchezza, tanto stress e sensi di colpa. Eppure... quando li vedo che giocano insieme e si danno tanti baci, sono proprio contenta di averli tutti e due...
    Il 'grande' ultimamente mi sta facendo diventare matta. Ha voluto la sorellina in camera, ma ora si rifiuta di dormire, lo devo ricacciare in continuazione nel letto a castello. Gli dici no e fa le cose lo stesso. Di usare il vasino non ne parliamo. Eh sì, che è sempre stato (e continua ad essere un bimbo) molto buono... ancora tre mesi all'asilo, e ultimamente ho cominciato a sentire che è veramente l'ora!
    Anche perché non mi lascia tempo per lei, che ho mai potuto godermi come volevo! Buona anche lei, ma tra i denti e la voglia di camminare, vorrebbe starmi sempre addosso - e ha anche cominciato a protestare quando prendo in collo il fratello.
    E poi appunto sono da sola, anche se ho voluto godermi i primi anni 'da casa'... almeno leggere le tue parole mi fa sentire meno in colpa, perché capisco che i miei sono sentimenti normali!

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  3. è sparito il mio commento o lo devi approvare? In attesa di sapere se mi tocca riscrivere tutto condivido su google e fb... hai trovato le parole per esprimere parte di quello che sento...

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    1. no eccolo! io ho impostato l'approvazione, vedo che molti sono confusi da questa cosa perchè trovo spesso doppi commenti!
      sono contenta di sentire che anche altre mamme provano quello che provo io, devo dire che mi dà parecchio sollievo! mi dispiace chiaramente che un sentimento di difficoltà sia comune ad altri però mi fa sentire normale, e non eccessivamente negligente!!!
      il punto è proprio il senso di colpa nel non riuscire a dare a entrambi la stessa attenzione, o quanto meno quella che riterremmo necessaria, giusta.
      penso sempre che la vita è così, che devono imparare ad attendere, a condividere, a cavarsela un pò, però nel "nido" si vorrebbe che tutto fosse perfetto, e che qui loro si sentissero pienamente accolti!

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    2. Sopratutto se si pensa a quante colpe si sono date a torto alla propria mamma alle volte.. però sai, ci stavo continuando a pensare... 'uno' come numero è ancora peggio. Perché il bambino è più solo, continuamente confrontato al mondo degli adulti, perché non impara, appunto, ad aspettare, a dividere e condividere... mi dico che tutto sommato, anche se stremate, abbiamo fatto la scelta giusta, e che nel futuro (ma in realtà lo sono già) i nostri piccoletti saranno grati di non essere figli unici.

      Ps: anch'io ho la moderazione, ma chissà perché, sui blog altrui, ci casco sempre!

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    3. ma infatti io penso che due sia il minimo! pensa che prima di averne ne volevo tre! sicuramente per loro, adesso e nella vita futura, avere un fratello è una grande ricchezza. quindi non ho alcun dubbio sulla scelta fatta,....il problema è che talvolta mi crea qualche problema di gestione!!!

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  4. Bellissimo post, molt vero e onesto. Io l'anno scorso, con l'arrivo di Bis, ho convissuto con sensi di colpa, frustrazione, il rifiuto e la rabbia dell'allora2enne nei miei confronti. In più ero sola quasi tutta settimana, giorno e notte, e esausta dicevo solo: io sono una , voi due, non posso fare tutto insieme! Ma ovviamente loro eran piccoli per capire.. Ora non è tutto perfetto, anzi, ma di sicuro non ci sto più così male, sono iniziati i loro conflitti diretti, e anche un interagire più attivo...io ho meno sensi di colpa, ma so che son ben lungi da trovare un vero equilibrio e so che le cose si ricomunicheranno quando fede inizierà a parlare e imporsi per davvero..spero che allora la nostra situazione familiare sarà più equilibrata, permettendomi di appoggiarmi almeno un po' al papà..e spero soprattutto di essere in grado di dare davvero loro la stessa attenzione, non contemporaneamente, ovviamente, ma almeno complessivamente..

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    1. Cavolo, non sapete quanto mi state rincuorando tra tutte... pensavo di essere l'unica imbecille a farsi quasi tutta la settimana da sola con i piccoletti. Mi sa che tra noi mamme expat è una situazione comune...

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    2. e pensa a quanto sono imbecille io che sto da sola senza essere expat!!

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    3. si può essere expat anche a casa propria... e poi c'è anche l'altro lato della medaglia: sarà tanto comodo, ma non mi piacciono i bimbi cresciuti dai nonni... e poi dai, hai una baby-sitter! E brava per giunta!

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    4. concordo: se fai i figli cresciteli pure! tanto il tempo che avranno assoluto bisogno di te è, relativamente, poco!

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    5. ...è quello che mi dico quando sono sfinita. Certo che farà uno strano effetto passare dall'essere così indispensabile a vederli 'correr via'

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  5. Che bel post!, autentico, sincero. Sui blog si vede sempre la faccia bella della maternità, raramente si lascia intravedere la stanchezza, le difficoltà, le perplessità, i dubbi... la voglia di andare via per un po'... di riprendersi una giornata per se stessa... Io ne ho tre. TRE!. Una di sette, e due maschi (due gemelli) di 32 mesi. Ti risparmio il racconto di cosa è stato il prima e il dopo i gemelli, ma puoi immaginare che mi ritrovo molto nelle tue parole. L'unica cosa che mi ha mantenuto con forza nei momenti di panico e desolazione totale è questa: "crescono!, un giorno questo passerà!". ;)

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    1. grazie adriana, tu tre?? e il terzo braccio non ti è spuntato??!
      a parte tutto, anche io penso che sono una gran fatica e una grandissima gioia contemporaneamente, forse come tutte le cose belle intense e durature della vita, e questa fase di totale assorbimento finirà...e noi forse ci ripenseremo addirittura con un pò di nostalgia!
      un bacio

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    2. hehhe..si tre! in realtà dovrebbero spuntarmi altre sei braccia per stare al passo loro... ma adesso va meglio. Imparano anche ad aspettare, che ognuno ha il suo turno e che mamma sarà esclusiva per un po' con ciascuno. La maternità porta con sé credo anche una enorme rimozione... Le fatiche e la stanchezza vengono rimosse, resta il bello. Quindi sicuramente ce lo ricorderemo con nostalgia ... ;). Un abbraccio!

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  6. Ciao, grazie di essere venuta a trovarmi. Ho due figli anch'io, 16 e 13 anni. Ti risparmio i problemi dovuti a quel simpatico momento che è l'adolescenza, che ci sarà tempo per scoprire ;), ti racconto solo questo: il rapporto esclusivo avuto con il primo difficilmente si ripropone con il secondo, perché con due bambini tutto cambia. Il secondo non ha avuto tutte le attenzioni esclusive della prima, sì leggevo una fiaba anche a lui la sera, ma tante attività o anche solo attenzioni prolungate non si sono ripetute con il secondo. E' inutile farsi sensi di colpa, non c'è tempo e resistenza per tutto, bisogna lasciar correre e poi è una seconda opportunità e certe cose vengono forse meglio e più veloci col secondo, perché dopotutto un po' di esperienza ce la siamo fatta, no? Perciò, bel post, vero, e tranquilla sei in buona compagnia. E le mamme che raccontano solo il lato bello e gioioso raccontano solo la superficie.

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    1. uhhhh! l'adolescenza...non oso pensarci!
      comunque hai ragione, su certe cose sono sicuramente migliorata e pietro ne ha tratto giovamento. in effetti fa parte dell'ordine delle cose questa disparità, lo so. ma se lo dessi in assoluto e sempre per buono penso che non sarebbe neanche giusto!
      un abbraccio

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  7. Che meraviglia leggere quello che provo anc'hio: bimba 33 mesi e bimbo 16...Non è di certo tutto negativo, ma è comunque una baraonda in cui sento di trascurare a volte uno, a volte l'altra e la competizione cresce sempre di più. Siamo nella fase dei morsi e degli spintoni reciproci per lo stesso, gioco e...per la stessa mamma. Come fare? Aspetto che cambino un po' perchè a volte non so cosa cambiare...Comunque ce la faremo e, come mi dicono tutti, presto sarà tuto più facile. Un bacio. Ale

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    1. ciao ale, ce la farete: te lo dico anch'io, si impara a conoscere se stessi anche attraverso loro e la buona volontà dà i suoi frutti! un abbraccio e ben trovata!

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