martedì 1 aprile 2014

sulla consapevolezza: ha 3 anni, devo preoccuparmi?


siamo sempre così efficienti, così attenti, così desiderosi di comunicare con i nostri figli nel giusto modo (qual'è poi?!), di parlargli sempre con verità e sincerità, per rispettarli nella loro dignità di mini-uomini e mini-donne, che forse a volte eccediamo. 
io ho ecceduto? questo è quello che mi sto domandando dopo aver avuto uno scambio con pietro, mio figlio di 3 anni, questa sera.

faccio una premessa utile alla comprensione della mia domanda. in quest'ultimo periodo pietro ha cominciato a fare capricci spesso a ora di cena. parte che si siede a tavola e quando gli arriva il piatto non vuole mangiare. che vuole e poi non vuole l'acqua. che scosta continuamente il piatto per ribadire la sua posizione mentre noi, senza aver fatto storie per il suo rifiuto, continuiamo a cenare. ma la nostra calma in genere dura poco, perchè lui incalza nel chiedere attenzione con lagne, sbuffi, si alza da tavola, rovescia un bicchiere. insomma diciamo che se può essere utile non dare troppo peso al suo non voler cenare partecipando al gioco, diventa difficile e forse sbagliato accettare qualunque atteggiamento di ribellione. allora al primo maccherone che vola o bicchiere che si rovescia o posata che cade mentre fa esperimenti di equilibrio, l'atmosfera comincia a cambiare. la calma e la tenerezza che avevamo avuto verso di lui fino a quel momento, proponendogli anche di aiutarlo a mangiare con le sedie "vicine vicine" (a lui piace molto), si perde in fumose emozioni di conflitto. sei arrabbiato, sei stanco, ti senti in colpa perchè sai che se lui fa così ha qualcosa di forte da dire, ed evidentemente sta male. allora esplodi, cercando però di misurarti per non rovesciargli addosso un altro peso....
insomma, la dinamica è più o meno sempre questa, con volte in cui lui si ferma prima che avvenga l'esplosione (perchè poi è un tenero e non ci sta bene a restare arrabbiato con noi) o altre in cui noi riusciamo ad esplodere poco poco (perchè comunque ci sentiamo responsabili del suo stato).
gli ho anche perlato di tutto questo. (è qui la falla??). gli ho detto che questo modo di agire, rifiutare, di volere e poi non volere più o volere diverso, fa solo dispiacere noi e lui. e che se lui è arrabbiato per qualcosa, o triste, dispiaciuto, io lo vorrei sapere per poterlo aiutare. (tutto questo detto in un modo comprensibile per un bambino...spero!)

vengo al mio racconto:

eravamo a casa di certi amichetti che frequentiamo spesso, avevamo trascorso il pomeriggio lì ma si era fatta l'ora di andare via. avverto pietro e matteo (altro figlio 5enne) cercando di distoglierli dalla loro attività di quel momento. bracco pietro (che si lascia braccare) e comincio a mettergli le scarpe, intanto lui mi dice che non vuole andare via. io allora gli spiego che si è fatta ora di cena e che dobbiamo andare a casa per preparare. lui mi dice che vuole mangiare lì (qualche volta è già accaduto) e mi fa: "io voglio mangiare qui perchè poi a casa faccio i capricci". il tono era assolutamente neutro, non tendeva nè al ricatto nè alla preoccupazione, mi è sembrata una semplice constatazione, forse con un pò di amarezza ma non saprei. neutra.

che ne pensate? è strano, atipico, eccessivo, che un bambino di soli 3 anni abbia questa consapevolezza di sè? che sappia, e se ne preoccupi, che a casa si metterà in moto un meccanismo che ci farà arrabbiare tutti e che voglia prevenirlo? si sente in colpa? 
....il mio esplodere poco poco non basta?
attendo i vostri pensieri!

19 commenti:

  1. Mi ricorda tanto qualcuno di mia conoscenza il tuo Pietro...anche io sono spesso perplessa dinanzi a tali prese di posizione ed espressioni di padronanza delle proprie emozioni. Quasi sempre non so come comportarmi anche perché parlando con alcune amiche con figli coetanei mi capita di essere la sola ad esprimere dubbi e di sentirmi dire: "tua figlia è troppo sveglia, non ti invidio proprio..." Ecco, diciamo che in certi momenti non mi invidio neanche io!

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  2. urca...
    non riesco a commentare perché, essendo capitato con tutti e due alla stessa età, tar i 2 e i 3 questo atteggiamneto...mi hai per ora fatto molto riflettere sul nostro comportamento, simile al vostro...ma mai avevo pensato che potessi innescargli un senso di colpa...
    mi riservo commento più costruttivo tra qualche ora...

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  3. Penso che un bambino consapevole sia anche il frutto di un rapporto "paritario" con i genitori. Tu sei stata chiara con lui, nel dire che il suo comportamento ti crea un dispiacere, lui é stato chiaro con te nel dirti che preferiva stare li. Il dire le cose come stanno, in modo comprensibile certo, ma pur sempre chiaramente, permette ai bambini di essere altrettanto diretti, credo che li faccia sentire sicuri di poter esprimere liberamente il loro pensiero. A me sembra un'ottima cosa!

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  4. Anch'io mi metto in attesa dei commenti perché mi trovo spesso in situazioni identiche.

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  5. mamma di una bimba di due anni e mezzo mi trovo spesso spiazzata per le risposte che ci da. sembra abbia consapevolezza dei capricci e del dispiacere che provoca agli altri come fosse molto più grande. di sicuro il suo temperamento così sicuro e forte è anche dato dal fatto che la trattiamo alla pari senza sminuirla con un ''tu non ce la fai' o 'sei troppo piccola'' e con atteggiamenti positivi. molte mamme si meravigliano che nostra figlia sia così 'sveglia'.
    per i capricci da noi esiste '' l'angolo del castigo'' e lo usiamo ogni volta che ne fa uno. spiegandole il motivo del castigo, (che non serve piangere inutilmente, o che bisogna mangiare senza pastrocciare o gettare a terra le cose) e cosa deve fare per rimediare la facciamo sedere sul primo scalino che porta alle camere per qualche minuto.
    non sarà un gran castigo ma vi assicuro che per qualche giorno i capricci svaniscono.. o almeno svanisce il capriccio per il quale è stata messa in castigo!!

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  6. mi solleva sapere che questo comportamento non vi sembri eccessivo. sono sicura che i miei figli saranno dei "riflessivi", non si sfugge perchè lo sono io, lo è il padre e con loro siamo sempre aperti al dialogo. quello che però mi fa paura è il non saper dosare la mole di responsabilità che comunque gli dai nel metterlo a parte chiaramente di certe dinamiche, credo che questo non sia giusto. non a tutte le età un bambino può reggere il desiderio dei genitori di essere consapevole e cosciente, delle sue azioni quanto degli effetti che può suscitare. questo "peso" credo debba andare di pari passo con la coscienza che ha di se stesso, altrimenti non potrà fare altro che cercare di accontentare i genitori, essere accondiscendente e compiacente, senza trovare se stesso in quello che fa. questa è la mia paura!

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  7. ho scritto un post proprio stasera: stessa situazione, capricci e provocazioni deliberate e consapevoli (anche io ho provato a spiegargli che facendo così litigavamo e basta, che stavamo male entrambi eccetera), aggressioni fisiche eccetera.
    ma io, a differenza tua, invece ultimamente sono esplosa troppo. senza risultati oltre a un enorme senso di colpa e alla sensazione di aver sbagliato tutto. perché quello che lui voleva dirmi (o che almeno penso che volesse dirmi) proprio non lo capivo anche se ce l'avevo proprio sotto gli occhi.

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    1. purtroppo siamo continuamente bombardate dalle loro istanze che a volte non riusciamo ad entrare in contatto con loro, credo sia proprio umano esplodere anche non poco poco! l'unica cosa possibile è tenere gli occhi aperti e metterci il cuore. un abbraccio

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  8. * Ho letto con attenzione il post e tutti i commenti, ho trovato tanta voglia di essere dei genitori perfetti...
    da nonna vi posso dire che state facendo la cosa giusta, continuate così e, come dici tu, bisogna metterci sempre il cuore in ciò che si fa
    * se ti va partecipa al sorteggio della mia AudioFavola "Zezè la zebra felice"... basta lasciare un commento al post
    Tante serene e gioiose giornate a tutti

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    1. grazie anna del tuo punto di vista, sono parole incoraggianti soprattutto se dette da una nonna!
      passo da te, grazie!

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  9. Leggere il tuo post e i commenti mi consola: mio figlio ha appena compiuto 3 anni e da un paio di mesi passa da avere giornate tranquille ad avere giornate terribili (soprattutto il fine settimana) in cui non gli va bene niente, fa capricci, pianti disperati e si impunta sulle sue decisioni a volte sembra solo per il gusto di darci contro. è snervante e non sempre riusciamo ad affrontarlo con la dovuta calma, con il risultato che l'agitazione si amplifica e il mio senso di colpa pure. le maestre del nido dicono che è tutta colpa della mia pancia che cresce e del fatto che lui non riesce a focalizzare la novità, a capire fino in fondo cosa sta accadendo. ma leggendo i vostri commenti mi pare di capire che forse è più legato all'età che alla novità, o sbaglio?

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    1. bah...io credo che l'età influisca tanto, 3 anni poi significano più autonomia nel movimento, nella parola e anche nella coscienza. però penso sia un'errore quello di imputare i comportamenti all'età in modo generale, l'età è uno stato come anche le emozioni, e se c'è una pancia di mezzo quelle non sono certo facili da gestire per lui! un abbraccio e grazie di essere passata lasciando un segno!

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  10. il tuo racconto potrebbe benissimo essere il nostro. Abbiamo cercato di trattare nostro figlio sempre in modo paritario ma arrivati all'età di 10 anni (di mio figlio), non so se abbiamo fatto sempre bene! Forse alcune cose si devono pensare ma non dire, perchè il peso della responsabilità per loro è un peso (appunto). E non sono certo una mamma che fa tutto per togliergli le sue responsabilità... ma credo che alcune riflessioni siano più nostre, dovute a nostre cose (situazioni, carattere, trascorsi) che loro. Noi al momento abbiamo difficoltà a metterlo a letto senza litigare e siccome la situazione non era delle più leggere (noi non ci arrabbiavamo poco poco ;O) ho cercato una nuova strategia per tranquillizzarci un po' tutti! Per ora funziona... è un'amica che mi ha detto che i nostri bambini non sono solo testa (come noi) ma anche corpo... e io mi sono "buttata" appunto sulla valorizzazione del suo corpo che significa anche cercare di rilassarlo e mettere tutte le questioni anche su un altro piano. Non so se si capisce tanto quello che ho scritto... ma se lo capisci allora vuol dire che sei arrivata a quel punto... altrimenti prendila come una "farneticazione mammesca" :D ... è difficile da spiegare in poche righe! Ciao Serena!

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    1. mi sa che ho capito!! anch'io cerco di prenderlo molto "fisicamente" perchè lo sento che per lui è un linguaggio molto più semplice e chiaro, e sicuramente nel tempo questo ha dato ottimi risultati. ho lo scrupolo, d'altra parte, di scaricare su di lui troppe parole e lo faccio quando mi sento un pò persa, quando mi sale l'incazzatura, non voglio rovesciarla su di lui e allora con il dialogo cerco di stemperare...ma forse è una cosa che serve solo a me! ....ci perfezioniamo cammin facendo, un abbraccio forte e grazie del tuo apporto!

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    2. non avevo dubbi cara Serena che avresti capito (diciamolo!). Sono belli questi confronti tra mamme anche di bimbi di diverse età, grazie a te! un bacione

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  11. È tanto che ho letto i tuo post ma non potevo risponderti per via della connessione. Io credo che sì, sia normale che i piccoli abbiano tanto consapevolezza, secondo me li sottovalutiamo un sacco.
    E poi volevo dirti che ho l'impressione di essere molto diversa da te: io per alcune cose sono molto intrasigente, per cui se il bambino non mangia non mangia e basta, quando bisogna andare a letto si va a letto, e quando è basta è basta... forse sono anche meno paziente perché devo gestire entrambi i bambini dalla mattina alla sera da sola...

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    1. cosa ti ha fatto credere che io sia più flessibile?? le mie amiche dicono che per certe cose sono molto (e sottintendono troppo) dura e categorica: quando si mangia si mangia e se non vuoi mangiare quello che c'è non mangi. se è ora di andare a letto, si può aspettare che finisca peppa pig (ahinoi!) ma poi si va senza dilungarci. anche con pietro, quando fa questi capricci siamo abbastanza impassibili, nel senso che non gli stiamo dietro a cercare di farlo mangiare, però ci rendiamo anche conto che sta esprimendo un malessere forte se ogni volta mette in atto storie di questo tipo. e quando rovescia qualcosa o lancia perdiamo le staffe.... forse la tenerezza che mostriamo verso di lui nel volergli parlare, o nel proporgli di mangiare vicini ti ha tratto in errore, quello che cerco è farlo sentire considerato nel suo disagio senza tuttavia accettare la sua modalità di espressione....non so se ci riesco, ma il tentativo è questo! comunque, per dovere di cronaca, sono 4 o 5 giorni che le cose sono cambiate, è più sereno, mangia e ogni tanto mangiando chiede qualche coccola....mi pare che ci possiamo stare!

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    2. Ti dirò che la tua risposta mi ha molto consolata, a volte temo di non essere abbastanza paziente! Qui per fortuna per ora è abbastanza facile: mio figlio di solito fa lo stupido quando è stanco, quindi di solito la soluzione è infilarsi tutti insieme nel lettone...

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