un affaccio da queste parti, per augurarvi buon natale.
a presto!
martedì 23 dicembre 2014
martedì 2 dicembre 2014
prima elementare: anche gli orchi possono diventare fate!
come avevo supposto nell'ultimo post (oramai di 2 mesi fa!), il tempo ha fatto chiarezza sulla situazione di matteo e sul suo diciamo controverso approccio con la prima elementare. il tempo, si, oltre a chiacchierate con la maestra-orco, con le mamme, antenne paraboliche pronte ad intercettare qualunque segnale muto espresso da mio figlio, tante domande e anche un incontro con la sua vecchia maestra dell'asilo, che mi ha dato sempre ottimi consigli in questi anni.
e da questa storia ho imparato moltissime cose. lo dico adesso che matteo è più sereno, si sente più sicuro nell'affrontare i compiti e ha ripreso a voler incontrare gli altri bambini, cosa anche questa che mi aveva agitato parecchio.
ho capito che i bambini sentono fortemente le nostre incertezze, come segugi, perchè non appena mi sono rasserenata io sulla maestra, anche lui ha cominciato ad essere meno reattivo: il fatto è che a me non sembrava di trasmettergli incertezza, a parole ero super serena, eppure quando me ne sono resa conto è iniziato a cambiare tutto.
ho capito che per un bambino le cose possono trasformarsi anche molto velocemente da orribili a belle, da orchi a fate, quando matteo pochi giorni fa mi ha detto: "sai mamma, non mi piace quando la maestra non viene a scuola, con lei è tutto più bello!". non ho iniziato a saltellare per casa perchè poteva sembrare che avessi dei dubbi, ma ne sono stata felicissima!
ho capito che dall'interno le cose sembrano davvero più complesse che viste da fuori, e che un consiglio semplice può essere spesso risolutivo, come quello che mi ha dato la maestra dell'asilo: "matteo è stressato, non stressarlo oltremodo". e aveva ragione. io, con la mia ansia di dargli da subito un ritmo pensando che lo aiutasse, invogliandolo con frasi tipo "così dopo andiamo a fare una passeggiata" o "così dopo vediamo un amico", lo soffocavo. è bastato non imporgli i compiti subito dopo pranzo ma lasciarglieli fare a fine pomeriggio (anche se questo impediva qualsiasi programmazione di altro) che ha iniziato a sedersi al tavolo con più grinta ed entusiasmo.
cosa fondamentale, ho capito che questa maestra mi piace. è senz'altro una persona forte, determinata, dura in questo senso. ma anche capace di empatia, ancora appassionata del suo lavoro, desiderosa di comunicare con la singolarità di ogni bambino. mi ha dato una lettura di matteo che mi ha convinto e si è comportata di conseguenza, iniziando a gratificarlo molto sia per il suo lavoro in classe che a casa.
e poi mi è stato chiaro, ancora una volta come tante in questi anni, che fare il genitore è una cosa davvero difficile. perchè è difficile avere una presenza mentale costante, non far prevalere l'impulso, ricordarti che di fronte a te c'è un essere che per quanto sappia parlare oramai benissimo e sembra che ragioni con altrettanta lucidità, non è altro che un cucciolo d'uomo che combatte per la propria autosufficienza ma che è ancora in balia di emozioni e paure che spesso non sa neanche formalizzare. è difficile perchè con i bambini devi imparare a parlare agendo e non con le parole, a quella parte di loro che non parla.
e mò vediamo come continua!
e da questa storia ho imparato moltissime cose. lo dico adesso che matteo è più sereno, si sente più sicuro nell'affrontare i compiti e ha ripreso a voler incontrare gli altri bambini, cosa anche questa che mi aveva agitato parecchio.
ho capito che i bambini sentono fortemente le nostre incertezze, come segugi, perchè non appena mi sono rasserenata io sulla maestra, anche lui ha cominciato ad essere meno reattivo: il fatto è che a me non sembrava di trasmettergli incertezza, a parole ero super serena, eppure quando me ne sono resa conto è iniziato a cambiare tutto.
ho capito che per un bambino le cose possono trasformarsi anche molto velocemente da orribili a belle, da orchi a fate, quando matteo pochi giorni fa mi ha detto: "sai mamma, non mi piace quando la maestra non viene a scuola, con lei è tutto più bello!". non ho iniziato a saltellare per casa perchè poteva sembrare che avessi dei dubbi, ma ne sono stata felicissima!
ho capito che dall'interno le cose sembrano davvero più complesse che viste da fuori, e che un consiglio semplice può essere spesso risolutivo, come quello che mi ha dato la maestra dell'asilo: "matteo è stressato, non stressarlo oltremodo". e aveva ragione. io, con la mia ansia di dargli da subito un ritmo pensando che lo aiutasse, invogliandolo con frasi tipo "così dopo andiamo a fare una passeggiata" o "così dopo vediamo un amico", lo soffocavo. è bastato non imporgli i compiti subito dopo pranzo ma lasciarglieli fare a fine pomeriggio (anche se questo impediva qualsiasi programmazione di altro) che ha iniziato a sedersi al tavolo con più grinta ed entusiasmo.
cosa fondamentale, ho capito che questa maestra mi piace. è senz'altro una persona forte, determinata, dura in questo senso. ma anche capace di empatia, ancora appassionata del suo lavoro, desiderosa di comunicare con la singolarità di ogni bambino. mi ha dato una lettura di matteo che mi ha convinto e si è comportata di conseguenza, iniziando a gratificarlo molto sia per il suo lavoro in classe che a casa.
e poi mi è stato chiaro, ancora una volta come tante in questi anni, che fare il genitore è una cosa davvero difficile. perchè è difficile avere una presenza mentale costante, non far prevalere l'impulso, ricordarti che di fronte a te c'è un essere che per quanto sappia parlare oramai benissimo e sembra che ragioni con altrettanta lucidità, non è altro che un cucciolo d'uomo che combatte per la propria autosufficienza ma che è ancora in balia di emozioni e paure che spesso non sa neanche formalizzare. è difficile perchè con i bambini devi imparare a parlare agendo e non con le parole, a quella parte di loro che non parla.
e mò vediamo come continua!
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