come alcuni di voi sanno già, quest'anno anche noi siamo entrati nel famigerato mondo della scuola pubblica. la materna è trascorsa in un piccolo asilo accogliente e pieno di persone appassionate, le elementari invece ci sono sembrate il momento giusto per "uscire dal guscio", consapevoli che il confronto con il sistema pubblico avrebbe potuto essere difficile, per le carenze e le incoerenze che da sempre si porta dietro. io stessa ho frequentato solo scuole pubbliche.
per fortuna, la maestra che ci è capitata è davvero una persona speciale: dopo le difficoltà dell'inizio, matteo non solo si è rasserenato (trasformandola da orco in fata!) ma è anche molto motivato verso quello che sta imparando. lei ha saputo capirlo e interessarlo, e parlandole mi sono accorta che, nonostante l'età, è una persona aperta e davvero appassionata al suo mestiere. e questa è già una grandissima fortuna.
quello che mi lascia perplessa sono I COMPITI. come la stragrande maggioranza degli insegnanti, anche quella di matteo ritiene che il lavoro a casa sia fondamentale. non solo, ma nel caso specifico spesso la mole è tale da non riuscire a finire prima di una o due ore, condizionando le attività pomeridiane.
come succede a tutti, quando si diventa genitori e si cominciano a vivere insieme ai figli tutte quelle esperienze che si sono vissute da bambini, riaffiorano molti ricordi: io comincio a ricordarmi del peso dei compiti a casa. ricordo quante cose non potevano essere fatte a causa dei compiti, o dovevano essere rimandate. i pomeriggi erano fatti per i compiti con qualcosa di intermezzo! forse il mio ricordo risale soprattutto alle scuole medie, ma il concetto non cambia perchè tutto è commisurato alle capacità dell'età.
non credo che sia giusto vivere i pomeriggi sotto lo scacco dei compiti, credo che si debba studiare in classe e magari, come si fa in Inghilterra per esempio, avere qualche compito per casa dilatato in un paio di settimane: una ricerca per esempio, o un tema in cui esprimere proprie opinioni, un'approfondimento interessante che può diventare anche divertente, insomma. altrimenti, per quanto animati da buona volontà, i bambini non potranno che detestare lo studio, o viceversa ci si rintaneranno nell'adolescenza, oppure saranno frettolosi, superficiali, eseguiranno magari senza capire il bel senso che c'è nell'imparare cose nuove, e difficilmente ci metteranno loro stessi.
questo è insomma il primo scoglio che mi trovo ad affrontare rispetto al nostro sistema scolastico. io vorrei che mio figlio studiasse con interesse le ore che gli competono in classe, e che poi fossimo liberi di fare tante altre cose, dallo sport al vedere gli amici, andare a cinema e tutto quello che di bello si può trovare, che pure li arricchisce anche se in maniera diversa. vorrei che la scuola alimentasse la sua curiosità con un metodo che tenga conto di tutte le sue necessità di bambino, anziché opprimerla in obblighi fuori portata, che lo aiutasse ad essere autonomo davanti alle sue responsabilità anziché insicuro. entusiasta e non preso per forza.
non è questo ancora il nostro caso, dato che ha iniziato appena 6 mesi fa, ma il modo in cui vedo andare le cose, quello che mi raccontano, mi fa pensare.
sto leggendo spesso i post di un gruppo facebook riguardo all'argomento e ho trovato esperienze di mamme con figli più grandi dei miei la cui vita è estremamente condizionata dai compiti. sono venuta a conoscenza di leggi e decreti che cercherebbero di disciplinare l'argomento ma non si capisce se siano più esortazioni o imposizioni disattese dagli istituti. ho letto persino che esistono dei corsi per insegnare ai genitori ad aiutare i figli a fare i compiti!
credo che il nostro sistema stia collassando e si cerchi di aggiustarlo senza modificare la visione di fondo. molti mi dicono che studiare a casa almeno un paio d'ore aiuterà mio figlio in seguito, alle medie, dove il carico aumenta ancora...infatti! è proprio tutto ad essere sbagliato, anche il dopo!
io non sono per l'abolizione totale dei compiti a casa, anzi non nego che poterlo osservare mentre studia, sapere cosa e come lo fa, se ha difficoltà o curiosità... mi piace molto. mi piace osservare come questa mole di capacità che sta acquisendo lo muova (scrive, legge e fa di conto!). mi piace poter condividere anche questo pezzo con lui. a volte dal niente mi domanda: "mamma, ma 24+24 fa 48?" e magari stiamo leggendo una pagina di italiano! mi piace vedere come cambia la sua grafia nel tempo, mi piace non correggerlo quando scrive lettere affastellate una sull'altra perchè la maestra mi ha detto che questo verrà col tempo.
lui adesso è entusiasta, sarebbe un vero peccato demotivarlo.
quello che mi lascia perplessa sono I COMPITI. come la stragrande maggioranza degli insegnanti, anche quella di matteo ritiene che il lavoro a casa sia fondamentale. non solo, ma nel caso specifico spesso la mole è tale da non riuscire a finire prima di una o due ore, condizionando le attività pomeridiane.
come succede a tutti, quando si diventa genitori e si cominciano a vivere insieme ai figli tutte quelle esperienze che si sono vissute da bambini, riaffiorano molti ricordi: io comincio a ricordarmi del peso dei compiti a casa. ricordo quante cose non potevano essere fatte a causa dei compiti, o dovevano essere rimandate. i pomeriggi erano fatti per i compiti con qualcosa di intermezzo! forse il mio ricordo risale soprattutto alle scuole medie, ma il concetto non cambia perchè tutto è commisurato alle capacità dell'età.
non credo che sia giusto vivere i pomeriggi sotto lo scacco dei compiti, credo che si debba studiare in classe e magari, come si fa in Inghilterra per esempio, avere qualche compito per casa dilatato in un paio di settimane: una ricerca per esempio, o un tema in cui esprimere proprie opinioni, un'approfondimento interessante che può diventare anche divertente, insomma. altrimenti, per quanto animati da buona volontà, i bambini non potranno che detestare lo studio, o viceversa ci si rintaneranno nell'adolescenza, oppure saranno frettolosi, superficiali, eseguiranno magari senza capire il bel senso che c'è nell'imparare cose nuove, e difficilmente ci metteranno loro stessi.
questo è insomma il primo scoglio che mi trovo ad affrontare rispetto al nostro sistema scolastico. io vorrei che mio figlio studiasse con interesse le ore che gli competono in classe, e che poi fossimo liberi di fare tante altre cose, dallo sport al vedere gli amici, andare a cinema e tutto quello che di bello si può trovare, che pure li arricchisce anche se in maniera diversa. vorrei che la scuola alimentasse la sua curiosità con un metodo che tenga conto di tutte le sue necessità di bambino, anziché opprimerla in obblighi fuori portata, che lo aiutasse ad essere autonomo davanti alle sue responsabilità anziché insicuro. entusiasta e non preso per forza.
non è questo ancora il nostro caso, dato che ha iniziato appena 6 mesi fa, ma il modo in cui vedo andare le cose, quello che mi raccontano, mi fa pensare.
sto leggendo spesso i post di un gruppo facebook riguardo all'argomento e ho trovato esperienze di mamme con figli più grandi dei miei la cui vita è estremamente condizionata dai compiti. sono venuta a conoscenza di leggi e decreti che cercherebbero di disciplinare l'argomento ma non si capisce se siano più esortazioni o imposizioni disattese dagli istituti. ho letto persino che esistono dei corsi per insegnare ai genitori ad aiutare i figli a fare i compiti!
credo che il nostro sistema stia collassando e si cerchi di aggiustarlo senza modificare la visione di fondo. molti mi dicono che studiare a casa almeno un paio d'ore aiuterà mio figlio in seguito, alle medie, dove il carico aumenta ancora...infatti! è proprio tutto ad essere sbagliato, anche il dopo!
io non sono per l'abolizione totale dei compiti a casa, anzi non nego che poterlo osservare mentre studia, sapere cosa e come lo fa, se ha difficoltà o curiosità... mi piace molto. mi piace osservare come questa mole di capacità che sta acquisendo lo muova (scrive, legge e fa di conto!). mi piace poter condividere anche questo pezzo con lui. a volte dal niente mi domanda: "mamma, ma 24+24 fa 48?" e magari stiamo leggendo una pagina di italiano! mi piace vedere come cambia la sua grafia nel tempo, mi piace non correggerlo quando scrive lettere affastellate una sull'altra perchè la maestra mi ha detto che questo verrà col tempo.
lui adesso è entusiasta, sarebbe un vero peccato demotivarlo.