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giovedì 30 maggio 2013

Aterskapa - un laboratorio del riciclo

dal sito dosfamily.com
in svezia, a malmo, c'è una specie di banca dei materiali di scarto delle lavorazioni industriali. e connesso un laboratorio dove tutto questo viene riutilizzato, reinterpretato, portato a nuova vita. è aperto anche al pubblico, per chi dai rifiuti volesse crearsi la propria "opera d'arte", divertirsi con i bambini o passare un pò di tempo a sperimetare.
ho guardato parecchie delle loro immagini, sul sito, sul blog o sulla loro pagina facebook, e da queste trapela la meravigliosa atmosfera che solo chi crede profondamente in quello che fa può trasmettere.



due ragazze, carin e cia, gestiscono lo spazio, che sembra enorme e popolato da strani esseri venuti fuori dalle più insolite forme e materiali. la provenienza dei rifiuti è soprattutto da fabbriche di interni per auto, occhiali 3D e calze, che 'donano' i loro avanzi a favore di questa idea. un'idea forte, perchè non si tratta di recuperare quello che capita, ma di cercare di de-saturare le discariche utilizzando e creando da materiali già prodotti che altrimenti andrebbero nel cassonetto.


tutti noi siamo sensibili al problema del recupero, e spesso ci divertiamo a creare riutilizzando vecchi cartoni, stoffe, tappi. ma pensate a chi di questo piacere ne ha fatto un mestiere, mettendo su una struttura che ha la presunzione di 'compensare' la produzione dei rifiuti con la loro riutilizzazione! sulle loro pagine si legge di intenzioni lungimiranti, promuovere la consapevolezza ambientale, educare l'infanzia ad una visione ecosostenibile della vita, porsi domande su come sfruttare al meglio le risorse della terra e del lavoro umano, 'prevenire' i rifiuti e rendersi conto che la questine del riciclo è un problema da affrontare per il futuro.



è uno spazio completamente organizzato a questo scopo, con contenitori e scaffali pieni di ogni sorta di materiale ordinato per tipologia.... forse è quello che noi facciamo nel nostro piccolo (ad averci lo spazio!) ma quello che mi ha colpito molto è la scala del progetto, l'ambizione. pensate che meraviglia se ogni città avesse un posto così! dove anche noi piccoli produttori di rifiuti potremmo 'donare', oppure utilizzare qualcosa che già è lì. in un progetto comune il guadagno è di tutti, no?
il loro nome, aterskapa, se ho ben capito significa "ricrea", e pensate che non usano nemmeno la colla per assemblare i vari pezzi: solo materiale di recupero come strighe, fascette, pinze....




le immagini e le informazioni, oltre che da sito, blog e facebook come ho già detto,  le ho tratte anche dal sito dosfamily.com.

domenica 26 maggio 2013

gioco del labirinto (facilitato senza buche)

è da un pò di tempo che matteo mostra molto interesse per i labirinti, quei giochini in cui una pallina deve percorrere un percorso disseminato di buche e sbarramenti e arrivare al traguardo.
ne è rimasto affascinato da quando all'asilo hanno messo in scena la storia di teseo e il minotauro, e hanno costruito all'interno di una stanza un labirinto vero e proprio fatto di cartoni.
gliene abbiamo comprati due o tre ma erano troppo difficili, le buche lo bloccavano e non riusciva ad arrivare alla fine del gioco. e così ho deciso di costruirgliene uno, semplificato dall'assenza di buche.

ho utilizzato:
  • il coperchio di una scatola da scarpe
  • cannucce per gli sbarramenti
  • colla adatta alla plastica
  • forbici per tagliuzzare le cannucce delle varie lunghezze
  • una pallina piccola
prima di tutto mi sono disegnata una base con il percorso che la pallina poteva fare, arricchito da una freccina per il punto di partenza e una faccina per l'arrivo, e l'ho incollata sul fondo del coperchio.

sarebbe carino aggiungere, nei vicoli ciechi o in altri punti, altri disegni come una porta sbarrata, una faccina che fa un pernacchio, una fiamma, giusto per arricchire il gioco. io ci ho pensato troppo tardi!

poi insieme a matteo abbiamo tagliato e incollato le cannucce sui percorsi segnati (il fatto che ci fosse la base ha fatto si che potesse incollare anche lui).



poi è partita la pallina e via! il gioco è pronto.



vi consiglio di verificare la compatibilità tra il diametro della pallina con quello delle cannucce, in modo che alla fine la larghezza dei percorsi sia ben calibrata.

con questo gioco, partecipo all'iniziativa di silvia (mammabook) per la raccolta di idee di riciclo creativo per bambini, come vedete dall'immagine qui in basso.

venerdì 24 maggio 2013

e che ne facciamo poi degli origami?




mi ero proprio dimenticata di averlo questo libretto di muji.  l'ho ritrovato per caso qualche mattina fa mentre tentavo di lavarmi nonostante avessi tutti e due i nani a casa: cercavo disperatamente in camera mia qualcosa che destasse il loro interesse per almeno 10 minuti e non li facesse correre su e giù per la casa. 
e così l'ho trovato, nascosto in un montone di cose tra le più svariate sulla mia cassettiera (dove davvero non so cos'altro ci sia....siamo ancora in fase appena traslocati e senza mobili... nonostante a giugno siano due anni che stiamo qui!).

è stato un vero successone: sono rimasti concentrati a guardarselo per un buon quarto d'ora e dopo è iniziato anche il tormentone "li facciamo?". 

infatti è davvero carino: si tratta di un libro-gioco con origami di animali per ogni lettera dell'alfabeto. gli animali vengono con forme divertenti, le texture di ognuno sono belle perchè non sempre legate alla realtà dell'animale e con le due facce del foglio diverse. sono anche abbastanza facili da realizzare, nonostante le istruzioni minuscole e con pochissimi passaggi descritti.









li abbiamo realizzati quasi tutti, e due (gatto e pinguino) mi sono stati addirittura regalati!


li abbiamo messi temporaneamente sullo specchio in camera mia (per la foto ho dovuto spostarli per mancanza di luce), ma dobbiamo trovare una collocazione anche per loro. e si, la collocazione, perchè il gioco è continuato cercando di trovare un posto dove poterli tenere senza farli rovinare / schiacciare durante le sessioni di gioco incontrollato!
così ieri abbiamo avuto un'idea divertente. tempo fa avevamo portato a casa un lungo ramo da una gita in un castagneto e abbiamo pensato di farlo diventare un immaginario sentiero di montagna percorso dagli animali.


e così la tigre, la volpe, il giaguaro, l'uccello, la zebra e il coccodrillo hanno cominciato ad avventurarsi nella discesa!
(la scelta di appendere il ramo in verticale è per favorire la visione dall'alto degli animali)


abbiamo utilizzato:
  • un ramo 
  • filo di ferro da avvolgere a spirale lungo il ramo per creare una base per agganciare gli animali, poi fissati anch'essi con del filo di ferro. ho scelto quello brunito, più malleabile e che si mimetizza meglio con il colore del legno
  • spillatrice per qualche gambetta troppo svolazzante
non ci sono entrati tutti, ma per i senza-tetto troveremo uno soluzione!

ci restava il problema della balena, che inizialmente matteo era disposto a far scendere giù insieme agli altri, poi ci ha pensato un pò e ha detto "facciamo un mare!". detto, fatto. abbiamo trovato un altro ramoscello più piccolo, rivestito con carta velina azzurra, ed ecco un onda per la balena!


matteo ha conservato tutti i materiali di scarto nel suo mucchio "per fare le invenzioni" (così denominato da lui). ...ha già l'etica del riciclo!

mercoledì 22 maggio 2013

le impronte dei bambini - 14/52 - le girandole



gira girandola dai mille colori, gira e cattura il profumo dei fiorigira girandola 
forte nel vento.
gira
sorride ogni bimbo contento!

domenica 19 maggio 2013

lentezza


sono giorni strani questi. caratterizzati da una necessità di lentezza che mi sorprende.
milan kundera scriveva che c'è un legame segreto tra lentezza e memoria, tra velocità e oblio (*). corre chi deve dimenticare, rallenta chi ha qualcosa da ricordare.
forse io devo ricordarmi di qualcosa, penso. perchè sono come sospesa. quando inizia la quiete della sera, finalmente rallento. e non voglio altro: solo rallentare. la mente procede nei suoi cammini, ma persino le idee, i progetti, non hanno fretta. voglio solo guardare fuori il terrazzo buio con lo sfondo merlato dai profili di cupole e palazzi. voglio solo restare seduta, tra le mie cose, dove vengo sempre a quest'ora, e ascoltando musiche di qualche concerto in lontananza ascoltare i miei pensieri. niente di eclatante, brevi considerazioni, o ri-assaporamento di piccoli momenti vissuti.
una lentezza quieta, che sembra non chiedere altro se non essere assecondata.

chissà cosa devo ricordare. forse è vero che molte cose le ho dimenticate. la fretta e l'entusiasmo dei bambini ti portano a mettere da parte un mondo intero, seppure donandotene un altro in cambio. 
forse devo ricordare qualcosa di quel vecchio mondo. o forse ricordare questo nuovo,  e non semplicemente lasciarlo vivere.

lo scoprirò.

* C'è un legame segreto tra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.
Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all'intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all'intensità dell'oblio.
                                                                                                                        (milan kundera - la lentezza)

lunedì 13 maggio 2013

3 non è il numero perfetto / riflessioni di una mamma con due braccia, una testa e il panico da numero dispari!



quest'inverno si sta chiudendo, e con lui i pomeriggi in casa per troppo vento, troppo freddo, troppa pioggia, troppa tosse... 
gli inverni sono una stagione difficile per i bambini: dura e piena di impossibilità, chi c'aveva mai pensato prima?! che sia per le condizioni atmosferiche o perchè non stanno bene, la gran parte dei giorni invernali vengono trascorsi tra le quattro mura (con una buona dose di stress anche per le mamme!)

quest'inverno è stato inoltre, per noi, un duro banco di prova per il nostro rapporto a tre (mio con i bambini).
in qualunque tipo di relazione, tre è un numero difficile. i rapporti a tre creano necessariamente e in modi alterni degli squilibri. perchè in realtà sono costituiti da innumerevoli e intercambiabili rapporti a due, in cui è la forza del terzo, che per quel momento rimane fuori, a determinare la buona tenuta del trio. questo sarebbe tra adulti.
tra un adulto e due bambini le cose ovviamente cambiano, in modo destabilizzante almeno per me! sono troppo piccoli per non volersi confermare continuamente in una relazione diretta con l'adulto, troppo piccoli per non considerare il loro valore in virtù dell'attenzione che l'adulto gli presta, e anche fratelli con una gelosia ancora aperta e quindi in competizione. di conseguenza la tenuta del trio corrisponde, in buona sostanza, con la tenuta della mamma!

è vero che pietro ha già due anni, quindi questo rapporto a tre vive da un pò, ma da quest'anno ha cambiato completamente forma, forse proprio perchè è adesso che pietro c'è davvero, come personcina con un carattere e una capacità di chiedere. 

quando nacque, ebbi già dei problemi a dividermi tra loro due in modo equilibrato. 
i primi 20 mesi con matteo li avevamo sostanzialmente trascorsi noi due soli, non avevo aiuti e il mio compagno tornava la sera.  furono mesi caratterizzati da quel fortissimo senso di appartenenza tra madre e figlio, quella sensazione che ti invade nelle giornate trascorse insieme da mattina a sera. giornate piuttosto silenziose, in uno strano rapporto a due: non sei solo, ma lo sei. perché certo non puoi metterti a fare discorsi con un bambino di 6 mesi, 1 anno, 1 anno e mezzo. ma non sei in compagnia per come sei abituato. 
non parli molto, qualche ga-ga o prima parola storpiata sono i suoni che più spesso rompono il silenzio. un silenzio invece pieno di sguardi, intenso, pieno di sorrisi, di occhi che parlano. una strana sospensione del tempo, in cui ti senti come nel corpo di due esseri contemporaneamente, una sensazione che si diluisce man mano nelle settimane, nei mesi.
lui non andava ancora all’asilo e io avevo voluto essere una mamma che rimane a casa con lui, che non conoscevo ancora ma che già amavo più di tutto. mi sono catapultata nell’essere mamma senza sapere ancora bene che significasse: sapevo solo che non avrei voluto essere in nessun altro posto, che volevo tutto il meglio per lui, e che il mio corpo era ancora legato al suo. ma non sapevo altro, che il suo pianto mi avrebbe fatto sentire impotente, che i suoi orari serrati mi avrebbero stremato, che avrei avuto così tanto sonno da pensare a volte di non farcela.
ma poi ce l'ho fatta. mi sono "riequilibrata" sul nuovo assetto, nel quale volevo proprio immergermi: non volevo farlo entrare nella mia routine, ma volevo crearne una nuova. avere il tempo completamente a disposizione per conoscerci.
poi matteo ha iniziato a parlottare, a camminare meglio permettendomi di fare qualche passeggiata senza passeggino, ad andare all’asilo; abbiamo iniziato a giocare a giochi a cui potevo partecipare più attivamente anch’io, che non ero più un interprete silenzioso dei suoi desideri. abbiamo iniziato a comunicare in un modo più complesso e in movimento, e tutto si è trasformato ancora, semplificandosi e in un certo modo gratificandomi di più.

poi è arrivato pietro, un altro cambiamento. quel semplicissimo rapporto a due, oramai super - rodato, fatto di equilibri armonici, di intesa e ancora di sguardi e sorrisi, ha dovuto ritararsi. la comunicazione quasi empatica è stata interrotta ed io mi sono sentita di nuovo divisa. questa volta non più tirata tra il mio spazio ed il suo, ma tra il nostro (mio e di matteo) e il nostro (mio e di pietro). facevo fatica a ritrovare un equilibrio. a lasciare matteo nel suo disagio, nella sua confusione, nel suo sentirsi destabilizzato, e a non dare a pietro quell’esclusività che invece avevo vissuto con matteo, ricreare quel tempo silenzioso fatto solo di sguardi. il silenzio era finito. il parlottare diventava man mano chiacchierare (a suo modo ma con estrema determinazione), sono iniziati i capricci anche perché i due anni sono proprio l’età in cui iniziano e poi l’arrivo del fratello certo non aiutava.

mi ricordo una giornata orribile. pietro aveva solo 3 mesi e matteo aveva iniziato un capriccio interminabile perché non voleva cambiarsi il pannolino. di regola, dopo il primo strepito isterico, lo avrei messo giù dal fasciatoio e lo avrei lasciato a calmarsi da solo, senza ulteriori agitazioni: sguardo altrove e tentativo di fare caso il meno possibile alle urla disperanti e disperate. di regola funzionava. ma adesso tutto era cambiato: matteo non aveva mai avuto reazioni così esasperate ed io ero un po’ logorata dal conflitto di cui sopra, e stanca. così, invece di metterlo giù dal fasciatoio ho insistito, finché lui non ha messo tutto se stesso per opporsi, divincolandosi come un anguilla ed io ho perso le staffe e gli ho dato la prima sculacciata. sono stata malissimo, anche nelle ore successive. ho capito il mio limite, l’ho toccato, e ho capito che qualcosa andava rivisto. dovevamo essere in tre: dovevo permetterci di esserlo, senza frustrare più ricerche di rapporti a due e accettando il cambio di rotta. questo poteva aiutare matteo a farsi una ragione del nuovo arrivo, trovando lui stesso un nuovo equilibrio, con un po’ di sofferenza ma necessaria, e dare a me una maggiore serenità per vivermi pietro nella maniera più completa possibile. quella possibile.

questo accadeva 2 anni fa. e oggi mi ci ritrovo ancora una volta. con dinamiche differenti ma lo stesso senso di difficoltà. dividermi: questo è il mio problema.
i bambini sono egocentrici, giustamente. chiedono senza freni e senza inibizioni l'ascolto del loro desiderio. sono tenaci e si riflettono nel genitore come fosse uno specchio. sanno essere molto competitivi senza calibrare il tono e l'insistenza. sono bambini, senza misure e incontenibili. 
sia chiaro, mi piacciono i bambini un pò "tornado", quelli che fanno i bambini insomma, non  contenuti e giustamente in contatto con i loro bisogni, forse perchè io da piccola ero l'opposto e tutti pensavano che fossi "una brava bambina", invece ero solo molto inibita. i bambini non vanno inibiti, vanno educati, ma ogni cosa ha una giusta età. penso spesso alla famosa frase di donald winnicott su "una madre sufficientemente buona", che sappia cioè gratificare e frustrare il proprio figlio nella stessa misura, così da educarlo ma lasciarlo libero di essere se stesso. è un equilibrio difficile da trovare. quando sono due, così vicini eppure così lontani di età, con necessità e capacità diverse, rimanere calma e gestire con la giusta attenzione ogni loro istanza... non ci riesco. so che forse mi chiedo troppo, ma quando vedo uno sguardo vacuo, lontano, un pò malinconico, la chiusura...mi si stringe il cuore, perchè so che è anche il mio andare in panico certe volte a "frustrarli", ma non è quella la giusta frustrazione.
un passo però l'ho fatto. ho cercato di mettere a fuoco quello che più mi manda in tilt. l'ho riconosciuto: è quando mi parlano, anzi mi urlano, tutti e due quello che vogliono, vorrebbero fare, sapere... e ho messo una regola: si parla uno alla volta, senza gridare e avendo pazienza. matteo mi ha detto "mamma, ma come si fa ad aspettare?!". gli ho risposto: "si fa perchè non c'è un altro modo. perchè ho solo due braccia e solo una testa per pensare". 
questo sistema mi aiuta se non altro a non andare in crisi, forse quello che riesco a fare, o che non riesco a fare, resta invariato. ma almeno rimango col sorriso!


venerdì 10 maggio 2013

le impronte dei bambini - 13/52 - nuovi abitanti


ieri pomeriggio sono uscita per fare dei servizi e i bambini sono rimasti con la baby sitter.
al mio rientro, avendo sentito forse la chiave nella toppa, me li sono trovati tutti e due zompettanti ed eccitati all'ingresso, che mi urlavano "guarda! guarda!"
vedevo solo cartoncini e pennarelli nelle loro mani, ma poi mi hanno aiutato: tutte le piante della casa adesso erano "abitate" da questi leggeri uccellini colorati!
matteo mi ha detto che voleva farmi una sorpresa, e che aveva cercato un'idea sul suo libro delle invenzioni (ovvero un libro di lavoretti da fare in casa).
ho girato tra ingresso, salotto e cucina, me li sono guardati tutti....erano bellissimi! 
era palese l'aiuto della baby sitter, ma il fatto che abbia semplicemente avuto questa idea, scelto cosa fare e colorato i becchi e le palline mi ha fatto una tenerezza grandissima.
poi sono stata invitata anche a completare l'ultimo!



sabato 4 maggio 2013

un'idea per dei quadretti fai da te

sono alla ricerca di idee per fare qualche quadretto da mettere in camera dei nani, perché l'idea di farli in casa è quella che preferisco...se poi riuscissi a farli con loro sarebbe il massimo!
questi li ho trovati girellando qua e là sul sito fellowfellow.com. sono realizzati ritagliando forme geometriche da, credo, una gomma per timbri (il sito è in inglese, lo chiama stamp block). 
mi sembrano molto carini i disegni, facili da realizzare e divertente l'idea di ottenere tutto dalle forme geometriche di base.



ma dove si compra uno stamp block?? negozio di belle arti?

voglio anche ringraziare mammagari per il riconoscimento che ha dato al mio blog: grazie mille! 
questa volta è previsto che racconti 7 cose su di me e giri il riconoscimento ad altri 15 blog.
allora, su di me...
1. amo la lentezza, anche se a volte mi snerva
2. ogni giorno ho bisogno  di almeno un'ora di solitudine
3. fino a qualche anno fa avrei voluto fare la scrittrice
4. mi piacciono gli spazi con molta luce (naturale!)
5. mi piacciono i colori sugli sfondi bianchi, mi piacciono i contrasti
6. non mi trucco mai
7. adoro camminare a piedi
i blog.... 15 con meno di 200 followers e che leggo con costanza forse non ce li ho. dico forse perchè sono le 23.17 e quelli che vi dirò sono quelli che mi sono venuti in mente ora. però non penso siano necessari proprio 15....credo che il senso sia nominare quelli che davvero seguo con passione, no?
eccoli: 
kid's modulor - un blog con un bel punto di vista sui bambini, sul loro spazio, sui modi della loro crescita
tatakidsdesign (unconventional design for kids) - anche questo un blog con al centro il design per bambini, su cui si possono trovare tantissime idee su quello che c'è in produzione per loro
verdi&blu - il blog di una famiglia di campagna e molto creativa!
minimanieio - le avventure creative di una mamma e di una figlia di 3 anni e mezzo che dipingono su tessuto
linfa creativa - un blog che ha come centro la capacità di giorgia di creare con il pet, ma anche una passeggiata nella sua delicata, mi sembra, interpretazione del mondo
mammabook - come non menzionarla?! un vulcano di idee e mi sembra una bella e leggera umanità!

...e buona domenica!

giovedì 2 maggio 2013

un' idea sulla scia di munari: fantasia di puntini!



qualche giorno fa siamo stati in un brico dove ho trovato queste cornici per la camera dei bambini. 
anche questa stanza, come tutta la casa, è in fase di allestimento e le pareti hanno molto bisogno di cose appese e colorate. 

le ho comprate subito, anche se in effetti il riquadro per l'immagine è molto piccolo e non sapevo bene come riempirlo. le fotografie sarebbero state mini e forse insignificanti per loro; immaginavo di più un disegno, ma fargli creare qualcosa di così piccolo pure non era facile. 
allora ho avuto un'idea! mi è venuto in mente il libro "viaggio nella fantasia" di bruno munari, quello con i pallini sparsi che possono diventare qualsiasi cosa, e ho pensato di proporre a matteo un gioco, dato che quando abbiamo sfogliato il libro si era divertito molto.  


ho preparato al computer una serie di riquadri 6x6cm (la grandezza dello spazio per la foto delle cornici) con 10 palline colorate, di colori diversi ma tutti uguali tra loro. le palline non troppo piccole altrimenti coi pennarelli sarebbero scomparse, e anche così...!
ho stampato 12 di questi riquadri su un unico foglio e ne ho dato uno a matteo e uno a pietro. pietro chiaramente non riusciva a capire lo spirito del gioco e ha quindi variamente scarabocchiato, ma matteo si è cimentato con grande impegno, tanto che ha voluto che gli facessi un'altra stampa per giocare ancora.  anche io avevo il mio foglio, e ci siamo messi a terra tutti e tre a vedere cosa usciva fuori, ogni tanto copiando le idee da mamma e ogni tanto chiedendomi di aiutarlo in un'idea che non riusciva a realizzare, anche perchè a volte pretendeva di far uscire dai quei 10 pallini figure davvero complicate!





sono stati momenti che mi sono piaciuti! mi è piaciuto stare fianco a fianco e vedere cosa veniva fuori da questa idea; mi è piaciuto vedere matteo divertirsi, contento della sorpresa che gli avevo preparato, e mi sono piaciuti l'impegno e la genuinità con cui ha accolto questo gioco.
mi sono piaciuti i suoi disegni, l'orso con la benda sull'occhio, l'albero, i sassi, la collana, il cappello da pirata, la barca e l'ancora, la volpe di profilo, i fiori, il mostro "polifemo".

l'unica cosa che mi dispiace è che adesso non vuole che li ritagli per metterli nelle cornici!
mi ha detto che vuole farne altri e poi scegliere...
e quindi, mentre aspetto non so cosa, con un pò di "magia" informatica, vi mostro quello che sarà non so quando!