un affaccio da queste parti, per augurarvi buon natale.
a presto!
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martedì 23 dicembre 2014
martedì 2 dicembre 2014
prima elementare: anche gli orchi possono diventare fate!
come avevo supposto nell'ultimo post (oramai di 2 mesi fa!), il tempo ha fatto chiarezza sulla situazione di matteo e sul suo diciamo controverso approccio con la prima elementare. il tempo, si, oltre a chiacchierate con la maestra-orco, con le mamme, antenne paraboliche pronte ad intercettare qualunque segnale muto espresso da mio figlio, tante domande e anche un incontro con la sua vecchia maestra dell'asilo, che mi ha dato sempre ottimi consigli in questi anni.
e da questa storia ho imparato moltissime cose. lo dico adesso che matteo è più sereno, si sente più sicuro nell'affrontare i compiti e ha ripreso a voler incontrare gli altri bambini, cosa anche questa che mi aveva agitato parecchio.
ho capito che i bambini sentono fortemente le nostre incertezze, come segugi, perchè non appena mi sono rasserenata io sulla maestra, anche lui ha cominciato ad essere meno reattivo: il fatto è che a me non sembrava di trasmettergli incertezza, a parole ero super serena, eppure quando me ne sono resa conto è iniziato a cambiare tutto.
ho capito che per un bambino le cose possono trasformarsi anche molto velocemente da orribili a belle, da orchi a fate, quando matteo pochi giorni fa mi ha detto: "sai mamma, non mi piace quando la maestra non viene a scuola, con lei è tutto più bello!". non ho iniziato a saltellare per casa perchè poteva sembrare che avessi dei dubbi, ma ne sono stata felicissima!
ho capito che dall'interno le cose sembrano davvero più complesse che viste da fuori, e che un consiglio semplice può essere spesso risolutivo, come quello che mi ha dato la maestra dell'asilo: "matteo è stressato, non stressarlo oltremodo". e aveva ragione. io, con la mia ansia di dargli da subito un ritmo pensando che lo aiutasse, invogliandolo con frasi tipo "così dopo andiamo a fare una passeggiata" o "così dopo vediamo un amico", lo soffocavo. è bastato non imporgli i compiti subito dopo pranzo ma lasciarglieli fare a fine pomeriggio (anche se questo impediva qualsiasi programmazione di altro) che ha iniziato a sedersi al tavolo con più grinta ed entusiasmo.
cosa fondamentale, ho capito che questa maestra mi piace. è senz'altro una persona forte, determinata, dura in questo senso. ma anche capace di empatia, ancora appassionata del suo lavoro, desiderosa di comunicare con la singolarità di ogni bambino. mi ha dato una lettura di matteo che mi ha convinto e si è comportata di conseguenza, iniziando a gratificarlo molto sia per il suo lavoro in classe che a casa.
e poi mi è stato chiaro, ancora una volta come tante in questi anni, che fare il genitore è una cosa davvero difficile. perchè è difficile avere una presenza mentale costante, non far prevalere l'impulso, ricordarti che di fronte a te c'è un essere che per quanto sappia parlare oramai benissimo e sembra che ragioni con altrettanta lucidità, non è altro che un cucciolo d'uomo che combatte per la propria autosufficienza ma che è ancora in balia di emozioni e paure che spesso non sa neanche formalizzare. è difficile perchè con i bambini devi imparare a parlare agendo e non con le parole, a quella parte di loro che non parla.
e mò vediamo come continua!
e da questa storia ho imparato moltissime cose. lo dico adesso che matteo è più sereno, si sente più sicuro nell'affrontare i compiti e ha ripreso a voler incontrare gli altri bambini, cosa anche questa che mi aveva agitato parecchio.
ho capito che i bambini sentono fortemente le nostre incertezze, come segugi, perchè non appena mi sono rasserenata io sulla maestra, anche lui ha cominciato ad essere meno reattivo: il fatto è che a me non sembrava di trasmettergli incertezza, a parole ero super serena, eppure quando me ne sono resa conto è iniziato a cambiare tutto.
ho capito che per un bambino le cose possono trasformarsi anche molto velocemente da orribili a belle, da orchi a fate, quando matteo pochi giorni fa mi ha detto: "sai mamma, non mi piace quando la maestra non viene a scuola, con lei è tutto più bello!". non ho iniziato a saltellare per casa perchè poteva sembrare che avessi dei dubbi, ma ne sono stata felicissima!
ho capito che dall'interno le cose sembrano davvero più complesse che viste da fuori, e che un consiglio semplice può essere spesso risolutivo, come quello che mi ha dato la maestra dell'asilo: "matteo è stressato, non stressarlo oltremodo". e aveva ragione. io, con la mia ansia di dargli da subito un ritmo pensando che lo aiutasse, invogliandolo con frasi tipo "così dopo andiamo a fare una passeggiata" o "così dopo vediamo un amico", lo soffocavo. è bastato non imporgli i compiti subito dopo pranzo ma lasciarglieli fare a fine pomeriggio (anche se questo impediva qualsiasi programmazione di altro) che ha iniziato a sedersi al tavolo con più grinta ed entusiasmo.
cosa fondamentale, ho capito che questa maestra mi piace. è senz'altro una persona forte, determinata, dura in questo senso. ma anche capace di empatia, ancora appassionata del suo lavoro, desiderosa di comunicare con la singolarità di ogni bambino. mi ha dato una lettura di matteo che mi ha convinto e si è comportata di conseguenza, iniziando a gratificarlo molto sia per il suo lavoro in classe che a casa.
e poi mi è stato chiaro, ancora una volta come tante in questi anni, che fare il genitore è una cosa davvero difficile. perchè è difficile avere una presenza mentale costante, non far prevalere l'impulso, ricordarti che di fronte a te c'è un essere che per quanto sappia parlare oramai benissimo e sembra che ragioni con altrettanta lucidità, non è altro che un cucciolo d'uomo che combatte per la propria autosufficienza ma che è ancora in balia di emozioni e paure che spesso non sa neanche formalizzare. è difficile perchè con i bambini devi imparare a parlare agendo e non con le parole, a quella parte di loro che non parla.
e mò vediamo come continua!
lunedì 29 settembre 2014
prima elementare: che mamma sono?
venerdi mattina matteo, che da due settimane ha iniziato la prima elementare, correva per casa piangendo e gridando che lui non voleva andare a scuola.
in verità quella mattina mi aspettavo qualche capriccio, perchè la notte si era svegliato e aveva dormito male e così ho affrontato la cosa come un normale capriccio da stanchezza, un pò appesantito dal fatto che comunque l'inizio di questa benedetta prima non è proprio liscio come l'olio! ma l'epilogo non è stato quello prevedibile: alla fine ho dovuto lasciare che non andasse a scuola, perchè per portarlo avrei soltanto dovuto trascinarlo con la forza.
non mi era mai successo di avere a che fare così con matteo: è un bambino che alla fine si lascia sempre convincere, perchè si fida e ti segue anche se proprio quella cosa non gli va giù. ma venerdi no: sembrava impazzito, e mi si stringeva il cuore in verità anche mentre mi arrabbiavo con lui per cercare di impormi.
è vero che ogni momento di passaggio, ogni cambiamento, è destabilizzante.
per i bambini, poi, è come un salto nel vuoto al quale si accingono solo armati della fiducia che gli abbiamo trasmesso. ma tutto ciò non mi aveva mai dato pensiero: ero fiduciosa del fatto che matteo avesse acquisito sufficiente autonomia e sicurezza per affrontare questa nuova prova.
in verità quella mattina mi aspettavo qualche capriccio, perchè la notte si era svegliato e aveva dormito male e così ho affrontato la cosa come un normale capriccio da stanchezza, un pò appesantito dal fatto che comunque l'inizio di questa benedetta prima non è proprio liscio come l'olio! ma l'epilogo non è stato quello prevedibile: alla fine ho dovuto lasciare che non andasse a scuola, perchè per portarlo avrei soltanto dovuto trascinarlo con la forza.
non mi era mai successo di avere a che fare così con matteo: è un bambino che alla fine si lascia sempre convincere, perchè si fida e ti segue anche se proprio quella cosa non gli va giù. ma venerdi no: sembrava impazzito, e mi si stringeva il cuore in verità anche mentre mi arrabbiavo con lui per cercare di impormi.
è vero che ogni momento di passaggio, ogni cambiamento, è destabilizzante.
per i bambini, poi, è come un salto nel vuoto al quale si accingono solo armati della fiducia che gli abbiamo trasmesso. ma tutto ciò non mi aveva mai dato pensiero: ero fiduciosa del fatto che matteo avesse acquisito sufficiente autonomia e sicurezza per affrontare questa nuova prova.
alla materna che frequentava ero tra le poche mamme che non si preoccupava del fatto che il programma di prescolastica (ovvero una prima presa di confidenza con lettere e numeri) non fosse alla base del progetto dell'ultimo anno, nè mi preoccupavo troppo che i nostri figli fossero abituati a scorrazzare liberi per ore (a parte i momenti di attività laboratoriali) mentre in prima elementare gli sarebbe stato richiesto di restare seduti e concentrati per molto tempo. avevo Fiducia: nella scuola materna dove stava, in lui, nelle insegnanti che lo avrebbero accolto in prima, in me.
mi è sempre piaciuto avere fiducia, credere nelle risorse delle persone e nella loro buona volontà. non mi è mai piaciuto invece essere apprensiva, preoccuparmi prima che le cose accadano, avere come primo pensiero nella testa quello peggiore.
mi è sempre piaciuto avere fiducia, credere nelle risorse delle persone e nella loro buona volontà. non mi è mai piaciuto invece essere apprensiva, preoccuparmi prima che le cose accadano, avere come primo pensiero nella testa quello peggiore.
ma adesso che la prima elementare è iniziata e vedo matteo turbato, stanco, fragile, preoccupato di non saper svolgere i compiti, e soprattutto che mi racconta che ogni giorno in classe piange, anche per parecchio tempo, perchè la maestra grida e lui non riesce a concentrarsi, o perchè ha mal di pancia o perchè quando scrive la S gli viene da pensare a me e gli manco ... penso che c'è qualcosa che non va, che devo intervenire, aiutarlo in qualche modo. e adesso vivo un momento di grossa apprensione.
si potrebbe desumere da quello che ho appena raccontato, che sia normale: che io voglia semplicemente aiutare mio figlio a stare meglio, e questo è senz'altro vero. ma mi scopro a nutrire un certo astio nei confronti di questa maestra, che pure passa per essere un'ottima insegnante, proprio come se io stessa fossi una bambina arrabbiata.
mi chiedo come si possa credere che urlare e intimorire dei bambini possa dare frutti positivi, mi chiedo perchè caricarli tanto con il lavoro a casa (poche cose all'apparenza, ma per loro già solo scrivere due pagine di lettere è una grande fatica), loro che dovrebbero passare secondo me in modo graduale e morbido da un mondo di solo gioco ad uno di responsabilità. e come ritenere giusto non consentirgli, nell'arco delle cinque ore trascorse in classe, nemmeno un quarto d'ora per alzarsi durante la merenda? comincio a sentirmi una mamma apprensiva perchè sono incapace di leggere la realtà dei fatti con lucidità: io sento solo la parte di mio figlio e di qualche amico, ma quanto ci si può affidare alle parole di un 5enne? quanto il loro riportare fatti è condizionato da un, normale, turbamento iniziale? quanto di quello che sta vivendo è grave e ingiusto e quanto invece un passaggio in qualche modo obbligato?
ma così come ritengo ingiuste tutte queste cose, riterrei altrettanto ingiusto, sbagliato, prendere le parti di mio figlio come se fosse la vittima di un orco (o meglio di un'orchessa!), senza valutare a fondo e il più freddamente possibile la situazione.
ho riletto da poco un brano delle "piccole virtù" di natalia ginzburg sull'educazione dei figli (dove tra l'altro c'erano anche delle considerazioni interessanti sul rapporto del bambino col denaro...ma di questo parleremo un'altra volta!). mi ritrovo in parecchi dei suoi pensieri, e soprattutto su uno: l'idea che mi ero fatta di come avrebbe dovuto essere il trio "matteo-me-i compiti", cioè che ruolo avrei dovuto svolgere con lui rispetto a questa sua nuova responsabilità. e l'ho sempre pensata un pò come lei, che sostiene che fin da subito il bambino dovrebbe interpretare il suo impegno con la scuola un campo solo suo, in cui noi genitori gli siamo di affiancamento. ho sempre pensato che i compiti avrebbe dovuto farli da solo e non con me seduta a fianco, e che mai lo avrei condotto a pensare, neanche nei momenti di difficoltà, che la maestra fosse stata ingiusta (pur magari pensandolo), perchè ritengo che la fiducia di un bambino nel proprio insegnante sia fondamentale affinché possa imparare e crescere serenamente. quella deve essere l'ultima spiaggia. ed ero pronta a tenermi anche qualche sgridata fuori luogo o a fare, di fronte a lui, buon viso a cattivo gioco, pur rodendomi dentro per "quell'imbecille che non l'ha capito". insomma, mi volevo fidare!
adesso mi ritrovo invece anche a consigliargli, quando è troppo stanco di stare seduto, di chiedere alla maestra di andare in bagno per potersi sgranchire un pò. e se lui mi risponde: "mamma, ma la maestra ha detto che non si va in bagno per andare a passeggio", io candidamente gli rispondo: "ma tu non vai a passeggio, tu vai in bagno e vedi se ti esce la pipì, se non esce pazienza!"
so che questo è un momento transitorio, che più passerà il tempo più questa situazione si chiarirà, in un verso o in un altro. quello che vorrei però, è non proteggerlo oltremodo, vorrei riuscire a calibrare il mio istinto di "primo soccorso" con una ragionevolezza e un distacco utili a lui per guardare con sicurezza la situazione. perchè penso che accarezzargli la testa e dirgli "povero bambino" non gli porterà bene ma lo renderà ancora più insicuro, sicuro solo del fatto di potersi nascondere tra le mie braccia e non affrontare la situazione.
mi ricordo che quando iniziò la materna visse un momento simile, di grande rifiuto, e la maestra di allora di confortò dicendomi che quello di matteo era in fondo un atteggiamento positivo perchè buttare tutto fuori subito e senza filtri o inibizioni lo avrebbe portato a superare la situazione nuova in maniera duratura, trovando davvero il suo modo per viverla.
io spero che oggi sia ancora così.
si potrebbe desumere da quello che ho appena raccontato, che sia normale: che io voglia semplicemente aiutare mio figlio a stare meglio, e questo è senz'altro vero. ma mi scopro a nutrire un certo astio nei confronti di questa maestra, che pure passa per essere un'ottima insegnante, proprio come se io stessa fossi una bambina arrabbiata.
mi chiedo come si possa credere che urlare e intimorire dei bambini possa dare frutti positivi, mi chiedo perchè caricarli tanto con il lavoro a casa (poche cose all'apparenza, ma per loro già solo scrivere due pagine di lettere è una grande fatica), loro che dovrebbero passare secondo me in modo graduale e morbido da un mondo di solo gioco ad uno di responsabilità. e come ritenere giusto non consentirgli, nell'arco delle cinque ore trascorse in classe, nemmeno un quarto d'ora per alzarsi durante la merenda? comincio a sentirmi una mamma apprensiva perchè sono incapace di leggere la realtà dei fatti con lucidità: io sento solo la parte di mio figlio e di qualche amico, ma quanto ci si può affidare alle parole di un 5enne? quanto il loro riportare fatti è condizionato da un, normale, turbamento iniziale? quanto di quello che sta vivendo è grave e ingiusto e quanto invece un passaggio in qualche modo obbligato?
ma così come ritengo ingiuste tutte queste cose, riterrei altrettanto ingiusto, sbagliato, prendere le parti di mio figlio come se fosse la vittima di un orco (o meglio di un'orchessa!), senza valutare a fondo e il più freddamente possibile la situazione.
ho riletto da poco un brano delle "piccole virtù" di natalia ginzburg sull'educazione dei figli (dove tra l'altro c'erano anche delle considerazioni interessanti sul rapporto del bambino col denaro...ma di questo parleremo un'altra volta!). mi ritrovo in parecchi dei suoi pensieri, e soprattutto su uno: l'idea che mi ero fatta di come avrebbe dovuto essere il trio "matteo-me-i compiti", cioè che ruolo avrei dovuto svolgere con lui rispetto a questa sua nuova responsabilità. e l'ho sempre pensata un pò come lei, che sostiene che fin da subito il bambino dovrebbe interpretare il suo impegno con la scuola un campo solo suo, in cui noi genitori gli siamo di affiancamento. ho sempre pensato che i compiti avrebbe dovuto farli da solo e non con me seduta a fianco, e che mai lo avrei condotto a pensare, neanche nei momenti di difficoltà, che la maestra fosse stata ingiusta (pur magari pensandolo), perchè ritengo che la fiducia di un bambino nel proprio insegnante sia fondamentale affinché possa imparare e crescere serenamente. quella deve essere l'ultima spiaggia. ed ero pronta a tenermi anche qualche sgridata fuori luogo o a fare, di fronte a lui, buon viso a cattivo gioco, pur rodendomi dentro per "quell'imbecille che non l'ha capito". insomma, mi volevo fidare!
adesso mi ritrovo invece anche a consigliargli, quando è troppo stanco di stare seduto, di chiedere alla maestra di andare in bagno per potersi sgranchire un pò. e se lui mi risponde: "mamma, ma la maestra ha detto che non si va in bagno per andare a passeggio", io candidamente gli rispondo: "ma tu non vai a passeggio, tu vai in bagno e vedi se ti esce la pipì, se non esce pazienza!"
so che questo è un momento transitorio, che più passerà il tempo più questa situazione si chiarirà, in un verso o in un altro. quello che vorrei però, è non proteggerlo oltremodo, vorrei riuscire a calibrare il mio istinto di "primo soccorso" con una ragionevolezza e un distacco utili a lui per guardare con sicurezza la situazione. perchè penso che accarezzargli la testa e dirgli "povero bambino" non gli porterà bene ma lo renderà ancora più insicuro, sicuro solo del fatto di potersi nascondere tra le mie braccia e non affrontare la situazione.
mi ricordo che quando iniziò la materna visse un momento simile, di grande rifiuto, e la maestra di allora di confortò dicendomi che quello di matteo era in fondo un atteggiamento positivo perchè buttare tutto fuori subito e senza filtri o inibizioni lo avrebbe portato a superare la situazione nuova in maniera duratura, trovando davvero il suo modo per viverla.
io spero che oggi sia ancora così.
venerdì 12 settembre 2014
notizie da un mondo in movimento
eccomi di nuovo qua dopo quasi tre mesi. alla fine qualcosa è riuscita a muoversi nonostante gli inizi da salto ad ostacoli! sono riuscita ad "abitare" il nostro studio, piccolo e con una bella atmosfera di propositi e di voglia. poi, piovuto dal cielo perchè non me lo aspettavo così presto, ho preso un lavoro: la ristrutturazione di un appartamento i cui proprietari sono aperti alle proposte, cosa non da poco. poi ancora siamo riusciti a partire per le tanto desiderate vacanze, in puglia in un mare bellissimo.
e adesso siamo qui che aspettiamo che comincino le scuole. matteo andrà in prima elementare (e l'avvicinarsi della data ha comportato una ripresa della pipì a letto che nemmeno il mago ha saputo arginare, più qualche attacco di "mammite"), mentre pietro continuerà la materna ma in un'altra scuola dove potrà stare con bambini più vicini alla sua età.
è proprio vero che ogni cosa ha il suo tempo. fino all'anno scorso, con pietro ancora semi-parlante e pseudo-camminante, il mio desiderio di ricominciare a lavorare era ancora pieno di conflitti. mi barcamenavo in organizzazioni casalinghe, alimentari e ludiche con tutta l'energia che avevo perchè sentivo che il mio posto, la mia mente, dovevano essere dedicati a lui, a loro. adesso ha 3 anni e mezzo e sento proprio fisicamente che il cordone ombelicale si sta allentando (c'ho messo un pò? lo so: sono lenta in tutto!) e che c'è spazio anche per altro. lo cercherò, anche per questo blog.
giovedì 19 giugno 2014
tentativi di farcela!
avevo scritto, un mese fa all'incirca, dell'idea di ricominciare a lavorare, dello studio con il mio compagno, dei progetti, di nuova linfa che alimentava la mia vita. da allora sono riuscita ad andare al nostro studio solo 7 giorni! perchè mica potevamo farci mancare le influenze primaverili o le febbri da insolazione? eh no! e così a turno si sono ammalati entrambi i nanetti.
quello che mi ha consolato sono stati i regali, tanti, raccolti sul terrazzo e che loro hanno voluto offrirmi.
questi bellissimi sono di pietro
la mia assenza da questo luogo dipende da tutto questo...spero in tempi migliori!
giovedì 12 giugno 2014
le impronte dei bambini / 22 - è una maniglia?
ma che strana questa porta senza maniglia! al suo posto c'è un buco, un forellino dove c'entra il mio dito: se tiro funziona e si apre...ma così mi pare che sia meglio, e l'orso salterino può fare dei gran bei tuffi da lassù! (pietro -3 anni)
martedì 3 giugno 2014
di pipì a letto e di maghi
fino ad un mese fa matteo faceva ancora la pipì a letto quasi ogni notte. ha 5 anni e da quando non ha più il pannolino notturno la musica è sempre stata questa... tante lavatrici e l'acquisto di qualche lenzuolo in più!
abbiamo provato l'approccio "non diamogli importanza, è una fase", poi quello più responsabilizzante: "devi proprio cercare di non farla!", poi quello cooperativo: "beviamo meno la sera". ma niente aveva messo fine alla cosa, qualche breve successo ma nella sostanza il problema non si è mai risolto. il pediatra mi aveva detto che se per i 5 anni compiuti non avesse smesso avremmo dovuto ricorrere ad un rimedio farmacologico.... mhm....la cosa non mi piaceva.... ero consapevole che in teoria avere ancora questa "debolezza" avrebbe potuto inibirlo nei rapporti sociali, ma nella realtà vedevo che non mostrava alcuna forma di mortificazione, mi diceva semplicemente "mamma, ma io non me ne accorgo proprio", e anche andare a fare le notti a scuola con gli amici non era un problema per lui. quindi un mesetto fa abbiamo deciso di provare ad intervenire omeopaticamente: al massimo non avrebbe funzionato e d'altra parte la sua tranquillità sulla questione non ci spingeva verso rimedi più drastici.
abbiamo provato l'approccio "non diamogli importanza, è una fase", poi quello più responsabilizzante: "devi proprio cercare di non farla!", poi quello cooperativo: "beviamo meno la sera". ma niente aveva messo fine alla cosa, qualche breve successo ma nella sostanza il problema non si è mai risolto. il pediatra mi aveva detto che se per i 5 anni compiuti non avesse smesso avremmo dovuto ricorrere ad un rimedio farmacologico.... mhm....la cosa non mi piaceva.... ero consapevole che in teoria avere ancora questa "debolezza" avrebbe potuto inibirlo nei rapporti sociali, ma nella realtà vedevo che non mostrava alcuna forma di mortificazione, mi diceva semplicemente "mamma, ma io non me ne accorgo proprio", e anche andare a fare le notti a scuola con gli amici non era un problema per lui. quindi un mesetto fa abbiamo deciso di provare ad intervenire omeopaticamente: al massimo non avrebbe funzionato e d'altra parte la sua tranquillità sulla questione non ci spingeva verso rimedi più drastici.
siamo andati dall'omeopata di un'amica perchè noi, pur curandoci anche con medicine omeopatiche, non abbiamo mai avuto un riferimento fisso. questo signore ci ha accolto nel suo studio e ha chiacchierato a lungo con matteo, come c'era da aspettarsi. ha rivolto a lui ogni genere di domanda, sia quelle più generiche, tipo dove viviamo, che lavoro fanno mamma e papà, sia quelle più personali: cosa ti piace, giochi con tuo fratello, vai a scuola con piacere, quale gioco preferisci, cosa sogni... è stato divertente sentire matteo rispondere ad un estraneo su tanti argomenti posti così esplicitamente. sembrava grande e sapeva un sacco di cose!
dopo le chiacchiere, lo ha fatto stendere sul un lettino per una visita almeno apparentemente più canonica. dopodiché, in silenzio, è tornato alla sua scrivania a scrivere consultando prontuari.
mi ha consegnato un foglio a4 pieno zeppo di medicinali mai sentiti prima e mi ha detto solo "ci vediamo tra un paio di mesi". io, abituata ad una medicina diversa nonchè figlia di medico allopatico, sono rimasta interdetta: tutto qui? io seguo senza sapere la tua valutazione del caso?? e così glielo ho chiesto: "non mi dice niente? che pensa?"
mi ha consegnato un foglio a4 pieno zeppo di medicinali mai sentiti prima e mi ha detto solo "ci vediamo tra un paio di mesi". io, abituata ad una medicina diversa nonchè figlia di medico allopatico, sono rimasta interdetta: tutto qui? io seguo senza sapere la tua valutazione del caso?? e così glielo ho chiesto: "non mi dice niente? che pensa?"
lui mi risponde serafico: "quello che penso l'ho scritto lì".
un pò meno serafica gli rispondo: "si ma questa è la sua lingua, non la mia"
lui mi sorride ma in realtà è solo un imbonimento, aggiunge soltanto: "è un soggetto linfatico. dobbiamo pensare a farlo stare bene".
avrei voluto dirgli molte cose, tipo che non so cosa sia un "soggetto linfatico" e che parlare così è come non parlare. avrei voluto dirgli che è proprio il mio desiderio di farlo stare bene risolvendogli un problema che mi spinge a voler capire e anche che se mi chiedi 120 euro penso di avere il diritto a qualche parola in più.
avrei voluto dirgli molte cose, tipo che non so cosa sia un "soggetto linfatico" e che parlare così è come non parlare. avrei voluto dirgli che è proprio il mio desiderio di farlo stare bene risolvendogli un problema che mi spinge a voler capire e anche che se mi chiedi 120 euro penso di avere il diritto a qualche parola in più.
invece lascio cadere così, soltanto perchè c'era matteo e non volevo fare storie davanti a lui con un medico di cui lui doveva avere fiducia. esco però evidentemente irritata. non mi era piaciuto l'atteggiamento da "mi metto sul cerasiello", come si dice qui, ossia questo approccio che richiede un'affidamento incondizionato senza nessuno scambio, come dire "io sono il medico e tu devi solo seguire i miei dettami, non capire", anche se in seguito mi è stato spiegato che alla prima visita gli omeopati fanno così.
comunque avevo intenzione di seguire la sua cura, e così chiedo a matteo: "ti è piaciuto questo dottore?". lui mi fa: "a me sembrava di più un mago!". mi fa sorridere, ripenso al suol fare sibillino e imperscrutabile che può aver stupito anche matteo. dico "eh si, in effetti era un poco mago!"
non iniziamo subito la cura perchè ci dobbiamo far preparare i medicinali dalla farmacia e nel frattempo matteo aveva preso una botta cadendo, per la quale stavamo usando dell'arnica in granuli e sappiamo che le cure omeopatiche non vanno sovrapposte. quindi passano dei giorni, una decina, durante i quali, incredibilmente, matteo fa la pipì a letto solo una volta: un record! poi iniziamo (oggi sono 10 giorni) e di pipì più nessuna! dico a matteo: "amore hai visto, la visita da quel dottore funziona. forse avevi ragione che era un mago!". matteo mi risponde: "no mamma, forse il mago ero io e non lo sapevo!"
io adoro i bambini e il loro modo di vedere la realtà!
io adoro i bambini e il loro modo di vedere la realtà!
giovedì 29 maggio 2014
itaca
itaca - ernesto tatafiore |
questo è uno dei dipinti di ernesto tatafiore che preferisco. lui è un pittore-psichiatra napoletano.
parla di viaggi, di sogni, di attese. e mi riporta alla mente la poesia di kostantinos kavafis, nella quale itaca rappresenta ancora il viaggio.
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
io sono in viaggio. tutto si sta trasformando, pur essendo sempre qui.
mercoledì 14 maggio 2014
l'oro e l'argento
a volte si corre più del solito, e non perchè gli impegni siano aumentati ma semplicemente perchè la testa è piena di pensieri, positivi come progetti o negativi come preoccupazioni, e si corre perchè non si riesce a dare uno spazio ordinato agli uni e agli altri, il giusto posto affinchè la positività dei primi riesca anche a contaminare la difficoltà dei secondi.
in questo momento sono abbastanza piena di tutti e due: la decisione di ricominciare a fare l'architetto nello studio con il mio compagno che è ingegnere e con il quale abbiamo deciso di condividere i lavori, anche se la parte di architettura deve ancora riprendere il lancio dato che sono stata ferma un bel pò. parallelamente, un altro sogno che piano piano si è trasformato in idea, e spero che presto si trasformerà anche in realtà...ci sto lavorando. poi le annose preoccupazioni economiche, che impediscono di programmare e vivere in libertà, e quando si hanno dei figli quello a cui prima avresti rinunciato quasi senza problemi ti sembra invece indispensabile, come le vacanze...
ma per fortuna che ci sono loro, che ogni giorno con piccole considerazioni e semplici pensieri sono capaci di riportare tutto in equilibrio, facendoti capire che la vita è qui e ora ed il suo valore non va cercato lontano.
conversazione e coccole con matteo.
gli dico: "tu sei l'amore mio!"
lui: "e sono d'oro?"
resto perplessa un attimo, non capisco. poi gli rispondo: "si, sei d'oro!"
lui: "allora pietro è d'argento, è arrivato secondo!"
venerdì 9 maggio 2014
martedì 6 maggio 2014
un libro ispirante
ecco un libro di arredamento e home decor che parla a chi dal riciclo e dalle trasformazioni trae grande ispirazione!
le case fotografate sono case creative, piene di reinterpretazioni, di oggetti fai da te, di angoli originali e soluzioni anche lontane dai vecchi concetti di interpretazione dello spazio.
sono senz'altro case che assomigliano a chi le vive, dato sostanziale per la buona riuscita di uno spazio.
questa mi piace perchè ha gli stessi colori della nostra cucina: pavimento giallo lime e mobili in bianco e legno.
cassettiera in stile rupert blanchard, ve lo ricordate?
credo che questa cornice in filo di ferro la farò per il nostro mega muro di fotografie...
(tutte le immagini sono fotografate dal libro "creative familiy home")
martedì 29 aprile 2014
disegni in mostra / un modo per conservare i disegni dei bambini guardandoli
non so i vostri, ma i miei figli producono disegni su disegni. non dico che siano tutti meravigliosi, ma nel tempo ogni piccola opera acquista sempre più spessore, capacità di esprimere e un uso del colore che la rende unica: ognuna una tappa significativa della loro crescita.
pietro tende ancora all'astratto, anche se inizia a padroneggiare forme più definite e si cimenta in tentativi di rappresentazione del reale: mi inteneriscono le sue grandi ambizioni - come il bambino che salta sul jumper e scavalca un'asta - disegnate con pochissimi tratti anche se precisi. matteo invece ha iniziato a disegnare quello che vede, al principio i suoi giochi (treni, uomini ragno, serpenti, macchine, aerei, elicotteri), adesso anche qualche insetto che incontra sul terrazzo. una volta ha tenuto davanti a sè una vespa morta per una buona mezz'ora e l'ha ritratta!
mi piace l'urgenza che hanno di disegnare, di prendere pennarelli e fogli in qualunque momento e tracciare segni colorati. a volte mentre guardano la tv li vedi sparire e tornare col blocco e i colori e, un occhio al foglio un'altro allo schermo, vanno avanti anche per tutta la durata del cartone. altre volte mi chiedono di disegnare in macchina o al parco o a casa dei nonni o mentre mangiano il gelato, come se qualcosa li colpisse, non so se di quello che vedono o di qualcosa che provano in quel momento, e sentissero la necessità di fermarla.
mi piace la dedizione che hanno, la concentrazione, mentre realizzano il loro progetto. mi piace l'entusiasmo con cui me lo mostrano, mi piace ascoltare le loro spiegazioni e descrizioni, che mi rivelano come dietro quei segni incerti ma caparbi si nasconda un mondo di emozioni forti e di attenta osservazione. e mi piacciono i loro soggetti, i più disparati, che raccontano il mondo con il loro sguardo.
ecco perchè ho cercato un modo per non chiudere tutti quei disegni in scatole o cartelline. qualcuno si appende, qualcuno va sul frigo...ma non mi bastava: tutta questa produzione, tutta questa vita, vanno celebrate!
il problema è lo spazio: bastano dieci fogli A4 per riempire una parete di due metri per tre! allora ho pensato di ritagliarli riducendo così la superficie (anche perchè in un foglio magari il disegno è di pochi centimetri) e usarli come scenografie di piccoli fotogrammi, incorniciati dalle ante del loro anonimo armadio.
la lumaca e la vespa sono nate da un osservazione dal vero, il fiore rosso è un regalo per il mio compleanno, l'aereo grande è il primo disegno di aereo fatto da matteo che mi ha emozionato per l'accuratezza dei particolari e per i colori accesi, l'albero di pesco è nato dopo una giornata al parco, poi c'è la macchina "duplex", l'omino ancora "cefalopode", il palloncino stortignaccolo fatto con i primi acquerelli, l'uccello disegnato da un libro.
sui cassetti in basso sta nascendo una "serie marina", per adesso i suoi unici personaggi sono un pesce rosso (il nostro) e un pesce lanterna, quello piccolo piccolo viola.
come si può non imparare dai bambini e da tutto questo?
lunedì 28 aprile 2014
le impronte dei bambini / 21 - il MIO posto (pietro)
marcare la proprietà in questo periodo è molto importante. 'mio', 'tuo', 'prestare', 'regalare', sono concetti a cui stiamo dando molta attenzione, ed il posto a tavola è un valore irrinunciabile. adesso anche la sedia lo è.
sabato 19 aprile 2014
colomba di pasqua e altri animali
l'immagine che ho trovato quest'anno per pasqua è decisamente più in tema (ve la ricordate quella dell'anno scorso?), e ve la mostro insieme ad altre opere di questo/a artista di cui putroppo ho perso i riferimenti! fino a qualche tempo fa avevo questa assurda abitudine (assurda per me, che amo così tanto queste cose) di salvare le immagini senza nominarle con il nome della fonte o dell'autore....ma sono migliorata.
comunque, questi lavori mi sembrano molto belli e molto adatti alle stanze dei bambini (e sempre là vado a parare!). ...e anche possibili da tentare in fai da te, o fai-con-i-bimbi!
mi sembra di vedere dei micro chiodi con cui il disegno in fil di ferro si aggancia al supporto, comunque direi che sono realizzati autonomamente dalla base (quindi col filo che gira solo su se stesso per dare la forma) e poi applicati.
chissà che un giorno.... !
intanto vi auguro una pasqua rilassante e allegra!
ps: grazie a veleria ho trovato l'autore: si chiama miro chun.
ps: grazie a veleria ho trovato l'autore: si chiama miro chun.
domenica 13 aprile 2014
le frasi...
le loro frasi, i loro ragionamenti, le loro domande, sono bellissime. spesso mi sento sospesa tra la coscienza e l'incoscienza, come se improvvisamente potessi sentire la loro incertezza, davanti alle loro questioni, che sono piccoli pezzi di un mondo sotterraneo che racchiude il loro essere bambini. e li vedi, lampanti e splendenti, dentro a quelle frasi, sprazzi di mondo non ancora vissuto. tutto il giorno ti vivono accanto imparando ad appartenere al mondo, fatto di milioni e milioni di cose che noi sappiamo e capiamo, e a volte ti dimentichi che sono dei bambini, o meglio cosa vuol dire esserlo.
stasera pietro, nel silenzio e nella penombra della stanza prima di addormentarsi:
"mamma, perchè la gente parla?"
"per capirsi".
"ah", risponde lui. presa d'atto.
dopo pochi minuti si è addormentato.
mercoledì 9 aprile 2014
SPIN ART ovvero l'arte in centrifuga
non sapevo cosa fosse la spin art finchè non ho letto il post di giada che illustrava fogli magnificamente colorati e un'asciuga insalata... immediatamente l'idea mi ha rapito: già immaginavo lo stupore e la curiosità di entrambi i miei pargoletti davanti agli effetti di un semplicissimo effetto fisico come la forza centrifuga unita al colore!
e così qualche pomeriggio fa, non potendo andare al parco, gli ho detto che avremmo dipinto con uno strumento speciale (l'asciuga insalata appunto), che ho mantenuto segreto fino alla fine.
prima di tutto ci siamo messi a creare tanti bicchierini con colori diversi, dato che i nostri sono solo dei colori primari: matteo si è buttato sull'arancione e sul viola, mentre pietro ha elaborato un "fango"...che però poi ha dato i suoi esiti positivi! li abbiamo diluiti con un pò d'acqua per farli "vorticare" meglio nel magico strumento, che quindi ho tirato fuori!
"mamma, ma questo serve per l'insalata!" mi ha detto matteo, tra il perplesso e il deluso.
"serve per girare fortissimo!" gli ho risposto io.
mi ha dato credito: abbiamo posizionato il foglio ritagliato a forma circolare, versato su gocce (o pozze!) di colori vari
e poi...
pietro dopo un pò ha smesso, ma matteo è andato avanti per tutto il pomeriggio: osservava il risultato e aggiungeva altri colori fino ad ottenere l'effetto che gli piaceva.
ecco le sue mani alla fine...proprio mani che hanno lavorato!
io mi sono divertita tantissimo pur non avendo prodotto niente (era già troppo contesa l'insalatiera!). li ho aiutati a creare i colori, a immaginare combinazioni e ad ascoltare i discorsi di matteo sulle posizioni migliori per inserire le nuove chiazze cromatiche. mi sono divertita a vedere le mani tingersi sempre di più e anche a lavorare per terra (come piace a loro), per evitare che l'impeto del girare rovesciasse tutti i bicchieri e bicchierini!
se volete saperlo, l'asciuga insalata alla fine era così:
ma dopo un passata di spugnetta e un giro in lavastoviglie è tornata come nuova!
sabato 5 aprile 2014
la faccia emozionabile
ve la ricordate quella di mr printable di cui ho parlato qualche post fa? avremmo potuto scaricarla e stamparla, ma ovviamente comporcela da noi ritagliando e colorando è stato più divertente.
all'inizio avevo pensato che fosse adatta soprattutto a pietro, ma appena matteo ha visto che bisognava usare i ferma-campioni, oggetto inusuale nelle nostre attività, ha voluto farsene una per sè, e quasi tutto da solo ha realizzato una faccina che anche nell'espressione più impassibile mostra una tenerezza fantastica, col suo sguardo un pò sbilenco ed il naso storto.
e adesso...
buona domenica a tutti!
martedì 1 aprile 2014
sulla consapevolezza: ha 3 anni, devo preoccuparmi?
siamo sempre così efficienti, così attenti, così desiderosi di comunicare con i nostri figli nel giusto modo (qual'è poi?!), di parlargli sempre con verità e sincerità, per rispettarli nella loro dignità di mini-uomini e mini-donne, che forse a volte eccediamo.
io ho ecceduto? questo è quello che mi sto domandando dopo aver avuto uno scambio con pietro, mio figlio di 3 anni, questa sera.
faccio una premessa utile alla comprensione della mia domanda. in quest'ultimo periodo pietro ha cominciato a fare capricci spesso a ora di cena. parte che si siede a tavola e quando gli arriva il piatto non vuole mangiare. che vuole e poi non vuole l'acqua. che scosta continuamente il piatto per ribadire la sua posizione mentre noi, senza aver fatto storie per il suo rifiuto, continuiamo a cenare. ma la nostra calma in genere dura poco, perchè lui incalza nel chiedere attenzione con lagne, sbuffi, si alza da tavola, rovescia un bicchiere. insomma diciamo che se può essere utile non dare troppo peso al suo non voler cenare partecipando al gioco, diventa difficile e forse sbagliato accettare qualunque atteggiamento di ribellione. allora al primo maccherone che vola o bicchiere che si rovescia o posata che cade mentre fa esperimenti di equilibrio, l'atmosfera comincia a cambiare. la calma e la tenerezza che avevamo avuto verso di lui fino a quel momento, proponendogli anche di aiutarlo a mangiare con le sedie "vicine vicine" (a lui piace molto), si perde in fumose emozioni di conflitto. sei arrabbiato, sei stanco, ti senti in colpa perchè sai che se lui fa così ha qualcosa di forte da dire, ed evidentemente sta male. allora esplodi, cercando però di misurarti per non rovesciargli addosso un altro peso....
insomma, la dinamica è più o meno sempre questa, con volte in cui lui si ferma prima che avvenga l'esplosione (perchè poi è un tenero e non ci sta bene a restare arrabbiato con noi) o altre in cui noi riusciamo ad esplodere poco poco (perchè comunque ci sentiamo responsabili del suo stato).
gli ho anche perlato di tutto questo. (è qui la falla??). gli ho detto che questo modo di agire, rifiutare, di volere e poi non volere più o volere diverso, fa solo dispiacere noi e lui. e che se lui è arrabbiato per qualcosa, o triste, dispiaciuto, io lo vorrei sapere per poterlo aiutare. (tutto questo detto in un modo comprensibile per un bambino...spero!)
vengo al mio racconto:
eravamo a casa di certi amichetti che frequentiamo spesso, avevamo trascorso il pomeriggio lì ma si era fatta l'ora di andare via. avverto pietro e matteo (altro figlio 5enne) cercando di distoglierli dalla loro attività di quel momento. bracco pietro (che si lascia braccare) e comincio a mettergli le scarpe, intanto lui mi dice che non vuole andare via. io allora gli spiego che si è fatta ora di cena e che dobbiamo andare a casa per preparare. lui mi dice che vuole mangiare lì (qualche volta è già accaduto) e mi fa: "io voglio mangiare qui perchè poi a casa faccio i capricci". il tono era assolutamente neutro, non tendeva nè al ricatto nè alla preoccupazione, mi è sembrata una semplice constatazione, forse con un pò di amarezza ma non saprei. neutra.
che ne pensate? è strano, atipico, eccessivo, che un bambino di soli 3 anni abbia questa consapevolezza di sè? che sappia, e se ne preoccupi, che a casa si metterà in moto un meccanismo che ci farà arrabbiare tutti e che voglia prevenirlo? si sente in colpa?
....il mio esplodere poco poco non basta?
attendo i vostri pensieri!
sabato 29 marzo 2014
immersi in un bosco
una giornata che ha davvero ripagato tutti gli stress della settimana, immersi nel verde del bosco di capodimonte, noi due con i bimbi, le bici e una borsa a tracolla (un pò troppo piena!)
giochi, buonumore e corse. meritava un post.
e voi, un bel sabato di primavera?
(tentativi di far entrare la palla nella maglietta)
giochi, buonumore e corse. meritava un post.
e voi, un bel sabato di primavera?
giovedì 20 marzo 2014
"non insegnate ai bambini" di giorgio gaber
(ne riporto le parole, anche se proprio adesso - incredibile a dirsi - c'è qualcuno che ne ha appena riportato anche la musica)
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male
forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.
Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro
non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita.
Giro giro tondo cambia il mondo.
Non insegnate ai bambini
non divulgate illusioni sociali
non gli riempite il futuro
di vecchi ideali
l'unica cosa sicura è tenerli lontano
dalla nostra cultura.
Non esaltate il talento
che è sempre più spento
non li avviate al bel canto, al teatro
alla danza
ma se proprio volete
raccontategli il sogno di
un'antica speranza.
Non insegnate ai bambini
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
stategli sempre vicini
date fiducia all'amore il resto è niente.
Giro giro tondo cambia il mondo.
venerdì 14 marzo 2014
conoscete mr printable?
mrprintable.com è un posto meraviglioso e geniale sul quale è possibile trovare e scaricare gratuitamente tutto ciò che vi viene in mente che possa essere stampabile! calendari, biglietti d'auguri o di invito, poster ...e persino giochi.
il sottotitolo di questo sito è "per bambini intelligenti e felici", il che fa capire che il pubblico dovrebbe essere soprattutto bambinesco, ma quand'anche non lo fosse lo spirito di ogni prodotto lo è certamente. la grafica è essenziale e pulita ma molto vivace, e le idee, anche semplicissime come il memory o le carte dell'alfabeto, risultano speciali.
ma quello che adoro di questo sito è il fatto che tutto sia free, gratuito, libero. non per tirchieria ma perchè mi sembra che arrivare a diffondere e condividere idee e progetti in forma gratuita sia il nocciolo della grande potenza di internet, che ci lega veramente a tutti e tutto e chiunque può accedere completamente a questo sistema di scambio. vera democrazia!
i miei preferiti sono
questo gioco per imparare a conoscere le emozioni (facile anche da fare in casa con del cartone e dei ferna campioni)
poi questo favoloso biglietto d'invito
con grande effetto sorpresa!
ed anche il gioco, tenero per quant'è semplice, di una luna gigante appesa alla parete e la possibilità di immaginare-disegnare, con fantastici pastelli a razzo, la fantasia sul "come sarà?".
dateci una sbirciata perchè sicuramente troverete qualcosa che vi piace!
(questo sito l'ho scoperto grazie a littlemuna.com)
domenica 9 marzo 2014
le impronte dei bambini / 20 - un nuovo centrotavola per noi: di lego
in principio erano due, fiorellini liberi.
poi regalati a me e al papà con tanto di vaso per farli stare belli ordinati sulla cassettiera in camera nostra.
poi sono diventati quattro
e posizionati con una base sul tavolo da pranzo.
"matteo grazie! che bel centrotavola che hai fatto!"
"mamma, gli ho fatto una base così non cadono e possono rimanere qui per sempre!"
poi regalati a me e al papà con tanto di vaso per farli stare belli ordinati sulla cassettiera in camera nostra.
poi sono diventati quattro
e posizionati con una base sul tavolo da pranzo.
"matteo grazie! che bel centrotavola che hai fatto!"
"mamma, gli ho fatto una base così non cadono e possono rimanere qui per sempre!"
ta-dààà: il nostro sempiterno centrotavola!