C'è sempre qualche vecchia signora che affronta un bambino facendo delle smorfie da far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio informale pieno di cicci, di cocco e di piciupaciu. Di solito i bambini guardano con molta severità queste persone che sono invecchiate invano; non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro giochi, giochi semplici e molto seri, nei quali sono completamente impegnati.
(da "arte come mestiere" - laterza - pag. 97)
ho conosciuto bruno munari verso la fine dell'università ed è stata una di quelle scoperte in grado di cambiarti la prospettiva sulle cose, quello che succede quando incontri qualcuno il cui pensiero è già in sintonia con qualcosa che ti appartiene: la sua logica, la sua etica, la sua voglia di semplificare e di osservare con obbiettività e limpidezza l'uomo (e il bambino in quanto pre-uomo) con le sue abitudini di vita.
bruno munari è stato un designer, ma non solo.
ha progettato mobili, lampade, oggetti d'arredo, persino un posacenere. ma è stato anche un artista nel senso più classico del termine (a fianco del movimento futurista), è stato un grafico e si è occupato, mettendo insieme tutte queste attitudini, dell'infanzia.
ha creato giochi, libri, mobili e negli anni Settanta ha anche organizzato dei laboratori di arte visiva per bambini ("giocare con l'arte"), che oggi fanno parte di quello che si definisce "metodo munari".
nel suo pensiero, intervenire sul mondo dei bambini è il modo migliore per arrivare ad una società i cui individui siano felici, e la creatività è una parte sostanziale del percorso verso la felicità.
a questo proposito, riferendosi a chi progetta giochi e giocattoli, scrive un passo molto interessante, utile secondo me anche a chi non è del mestiere, perchè aiuta a capire la logica e l'importanza del gioco per i bambini.
è questo:
Un altro modo di progettare un gioco o un giocattolo è invece quello di considerare di produrre qualcosa che sia utile alla crescita individuale, senza naturalmente dimenticare un giusto profitto per l'impresa.
Che cosa può essere utile, ci si può chiedere, alla crescita di un individuo in formazione come un bambino? Qualcosa che gli dia, attraverso il gioco, delle informazioni che gli potranno servire quando sarà adulto. Sappiamo tutti che quello che un bambino memorizza nella tenera età, gli resterà poi per tutta la vita. E' così che possiamo aiutare a formare individui creativi e non ripetitivi, individui con una mente elastica e pronta a risolvere ogni problema che l'individuo può incontrare nella vita: da quello di trovare un lavoro, a quello di progettare la propria casa di abitazione, a quello di educare i propri figli. Un individuo capace di capire ogni forma d'arte, capace di comunicare verbalmente e visivamente, capace di comportamento sociale equilibrato.
Tutto ciò si può ottenere se il bambino gioca, già a tre anni, con dei giochi o giocattoli giusti. A tre anni il bambino sta memorizzando il frutto delle sue esperienze sensoriali sull'ambiente che lo circonda. I suoi recettori sensoriali sono tutti simultaneamente aperti: egli ha una sensazione globale dell'ambiente nel quale vive. Egli incomincia a conoscere le forme e i colori delle cose, attraverso il tatto egli impara a distinguere le cose morbide da quelle dure, quelle lisce da quelle ruvide, quelle elastiche da quelle rigide... Egli non sa ancora i nomi di queste qualità, ma già le ha vissute nella sua quotidiana esperienza. Egli sa quello che punge e quello che scotta, vuol bene alla mamma perchè, nel periodo in cui si nutriva di lei, ha avuto sempre delle sensazioni di morbidezza e un certo profumino (che poi cercherà di prolungare nel pezzo di tessuto che terrà sempre in mano come Linus). Ha avuto anche sensazioni di calore o di freddo o di fresco, conosce il vento e la neve, la pioggia e la nebbia, la luce e il buio.
Nel suo cervello, come in un computer, tutto è memorizzato per tutta la sua vita. Al momento opportuno, a qualunque età, di fronte a qualcosa di sconosciuto, cercherà una relazione con quello che sa, per poter capire.
Una giusta memorizzazione di dati, al momento opportuno, aiuta a vivere meglio, dà le informazioni utili al momento giusto. Un individuo creativo è un individuo completo, non ha bisogno di tanti esperti per risolvere i suoi problemi.
Un designer può quindi progettare un gioco o un giocattolo che comunichi al bambino, all'uomo in formazione, il massimo compatibile di informazioni e, nello stesso tempo uno strumento per la formazione di una mente elastica e dinamica; non statica, ripetitiva, fossilizzata.
(da "Da cosa nasce cosa" - Laterza - pag. 240)
partendo da questi presupposti, munari dedica grossa parte della sua attenzione e produzione al mondo dei bambini, ed in realtà, anche quando non vi si dedica apertamente, molti dei suoi progetti assomigliano a giochi, magari non sempre nell'utilizzo ma certamente nell'interpretazione e nella logica del progetto.
il suo approccio è sempre un approccio "originale", quasi infantile, che cerca nelle cose la loro essenziale semplicità. questo mi piace molto di lui: che attraverso il gioco, eretto quasi a metodo, indaghi anche gli aspetti "seri" del vivere degli individui, affrontando seriamente progetti paradossali e "giocosi", proprio come fa un bambino quando si impegna e si concentra in quello che per noi "è solo un gioco".
mi vengono in mente per esempio la serie delle "macchine inutili" - lavori di arte cinetica - o le sculture da viaggio (cartoncini piegati e tagliati che creano delle sculture portatili per abbellire le anonime stanze d'albergo), o anche la "sedia per visite brevissime" con la seduta inclinata.
sono molto affascinata dal lavoro di munari e ho deciso di scrivere questo post proprio perchè penso che le sue idee sulla creatività, sulla formazione di esseri umani più felici e sul rispetto della capacità espressiva di ognuno di noi, siano alla base anche del nostro mestiere di mamme. prova ne sono anche i guest post (qui e qui) di silvia / mammabook, attraverso i quali cerca di indagare il rapporto tra l'arte e i bambini.
i laboratori di arte visiva per bambini:
questi laboratori avevano l'idea di avvicinare i bambini all'arte, utilizzata però come strumento conoscitivo e non come oggetto della conoscenza.
utilizzando riproduzioni di alcune opere d'arte, munari intendeva insegnare loro "come si guarda un'opera, piuttosto che leggerne solo il contenuto o il messaggio. L'arte visiva va sperimentata: le parole si dimenticano, l'esperienza no. Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco". (cit. dal sito brunomunari.it)
questo è ciò che scrive munari a proposito del suo primo "esperimento" di laboratorio:
Non è un semplice "parcheggio", dove i bambini possono giocare con pennelli e tempere, "liberi di fare quello che vogliono avendo davanti agli occhi le riproduzioni delle opere esposte nel museo"... (libertà che è un abbandonarli all'imitazione) e nemmeno soltanto un "raccontare" le opere d'arte...
Nei laboratori "si gioca all'arte visiva", si sperimentano tecniche e regole ricavate dalle opere d'arte di ogni epoca, trasformate in giochi.
(da "il laboratorio dei bambini a brera" - di bruno munari)
vi suggerisco questa pagina, molto interessante e ben scritta, se vi va di approfondire il metodo munari.
data la mole di questo post, lo divido in due parti. questa è una panoramica sul suo pensiero. seguirà il post con i giochi che ha ideato e i libri per bambini che ha scritto!
spero che vi sembri interessantissimo come lo è per me!!
a presto